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Cristiano Lucarelli e Stefano Bandecchi sulla stessa lunghezza d'onda. Anche il presidente, infatti, condivide quello che dice il suo allenatore sugli obiettivi della squadra. Tuttavia, il massimo dirigente è ancora convinto che puntare ai playoff sia ancora possibile. Lucarelli, in conferenza stampa, aveva detto: «Per ora, non parliamo di playoff e di serie A, pensiamo piuttosto a fare i punti necessari per non metterci nei guai in classifica Poi, fatti quelli, riprenderemo in mano le ambizioni». Bandecchi commenta così le parole del suo allenatore: «In questo momento - dice - io la vedo come Lucarelli. Quello che lui ha detto è giusto e razionale. Io, però, sono sempre fiducioso. Mi parlate di salvezza? Io, invece, credo che questa squadra non debba nemmeno pensarci. Non credo proprio che avrà problemi in quel senso. Secondo me, la quota sicurezza sarà sui 42 o 43 punti». Dice così, Bandecchi, analizzando proprio le ultime uscite. E anche qui è in linea con Lucarelli, sulle prestazioni della squadra. «Nelle ultime tre partite - dice il presidente - la squadra non si è affatto comportata male. Ha fatto vedere buone cose. Certo, purtroppo ha anche buttato via qualche punto, oltre ad aver risentito di qualche decisione arbitrale da rivedere e della sfortuna. Penso al vantaggio non mantenuto con il Benevento, o alla partita di Palermo. Domenica scorsa ha perso con il Genoa, squadra importante in uno stadio importante. Eppure, ha pagato solo quei 20 minuti in cui è scesa in campo disorientata. E' lì che ha preso gol. Dopo, però, se l'è giocata alla pari con gli avversari». Mentre siamo a ridosso della partita con il Bari, Bandecchi sembra dare un'iniezione di fiducia ai suoi. Allo stesso tempo, però, la lingua gli torna a battere dove il dente duole. Specie quando parla degli screzi avuti con i tifosi dopo la sconfitta con il Cittadella. «Con quei tifosi lì - torna a ribadire - io non voglio avere nulla a che fare, visto il modo in cui si comportano. Non ce l'ho con Terni, nè con i ternani. Ma non accetto di essere trattato in un certo modo. Io, il venerdì tiro fuori 24 milioni e la domenica devo venirmi a prendere gli insulti? Se permette, non ci sto». Capitolo cessione della società: «Non è cambiato nulla, rispetto a un mese fa. Ribadisco quello che è l'orientamento di Unicusano, di cedere. Ma non ci tiriamo indietro dai nostri impegni, finché siamo qui.
Il Messaggero