Il danno del lockdown per le concessionarie auto della provincia di Terni si aggira intorno ai 40 milioni di euro, solo in termini di perdita di fatturato. «Abbiamo chiuso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Delle 12 risorse impegnate nell'officina, solo 6 stanno lavorando - dice Pegoraro - e i 42 amministrativi sono in cassa integrazione. Non si capisce quali supporti ci saranno, la sola cosa certa è che noi imprenditori stiamo investendo nei dispositivi per mettere in sicurezza dipendenti e clienti. Tutti costi, compresi quelli relativi alla sanificazione delle vetture, che nessuno ci rimborserà». Paolo Angelini, amministratore del Gruppo Autoquattro (Opel, Nissan e Mahindra), con 10 dipendenti, parla di 260 macchine invendute in due mesi: «Il danno è enorme, soprattutto la ripartenza sarà lenta perché non si saprà se la gente sarà in grado di spendere, né quanti perderanno il posto di lavoro. Il nostro servizio di assistenza è aperto solo su appuntamento. Guardiamo alla fase2 con incertezza, predisponendo pannelli in plexiglass per i venditori e video tutorial per i clienti». Alessandro Berretta, direttore de L'Automobile, concessionaria Fiat, Lancia, Alfa e Jeep, con tre filiali e 35 dipendenti, dichiara: «Il blocco delle vendite è totale. Se si calcola che il costo medio di una nostra vettura si aggira attorno ai 15 mila euro, la perdita per i mesi di marzo e aprile è pari a 4 milioni». Andrea Mauro Boccanelli di Terni Motori, concessionaria Bmw e Mini: «Il problema secondo me sarà come guardare alla fase2. La speranza è che il Governo intervenga tramite rottamazione e altri incentivi. Abbiamo adeguato tutti gli spazi e probabilmente non ripartiremo a pieno regime, ma in maniera graduale». Danilo Paci con due punti vendita Citroen e Hiunday, afferma: «Tra nuovo e usato in due mesi abbiamo perso 300 contratti, che tradotto in soldoni significa 5 milioni non incassati. Ripartiremo con personale ridotto».
Anche Eriberto Anselmi, della Coar (Alfa e Jeep) di Orvieto, nel periodo del lockdown perde tre milioni e mezzo di fatturato. «Per i prossimi mesi la nostra previsione di vendita sarà del 70 % inferiore rispetto agli stessi mesi del 2019. Se poi è vero che non ci si potrà spostare da regione a regione, sarà un problema, perché abbiamo clienti che vengono dal Lazio e dalla Toscana». Michele Massoli (Mitsubishi e Ssangyong), conferma la preoccupazione per il futuro del mercato dell' auto: «Le difficoltà saranno anche relative agli approvvigionamenti, perché le nostre case sono giapponesi, e attualmente la loro produzione è ferma». Per Tommaso Foschi, dell'Automax (plurimarche e Dr) «si dovrà riscrivere il modo di vendere auto, non si potrà più andare a provarla su strada, si dovranno sperimentare nuovi modelli altrettanto emozionanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero