Ast, fermata più lunga e 150 interinali in bilico

Ast, fermata più lunga e 150 interinali in bilico
TERNI La fermata iniziata ieri si prolungherà più del previsto. Uno stop che potrebbe far scattare la necessità di attivare una nuova cassa integrazione,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TERNI La fermata iniziata ieri si prolungherà più del previsto. Uno stop che potrebbe far scattare la necessità di attivare una nuova cassa integrazione, oltre a quella legata all’emergenza Covid-19 che, a questo punto, potrebbe non essere più sufficiente. Per questo motivo le Rsu di viale Brin (Rappresentanze sindacali unitarie) ieri hanno chiesto un incontro all’azienda per scongiurare l’attivazione di un ulteriore ammortizzatore sociale. Uno stop più lungo del previsto causato da una contrazione dei volumi produttivi. Non bastasse la cessione, la vicenda Ast si complica ulteriormente. Non solo per il rischio di una nuova cassa integrazione, ma anche per la possibile perdita di 150 posti di lavoro. Si tratta degli operai interinali che potrebbero pagare per primi il conto della crisi. Una crisi che, ha spiegato più volte l’ad Massimiliano Burelli, è legata al settore dell’automotive e dell’elettrodomestica. «Il rallentamento è anche legato ai settori dell’automotive e degli elettrodomestici che hanno avuto un rallentamento di produzione legato alla pandemia Covid 19», ha spiegato l’ad Burelli nel corso della videoconferenza con il Mise, convocata per iniziare ad affrontare la trattativa di cessione di Ast, che non rientra più nei piani industriali della multinazionale tedesca ThyssenKrupp.

Come hanno puntualizzato i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Ugl in blocco, il fattore tempo è decisivo, per evitare il rischio “spezzatino” (la vendita frazionata dello stabilimento) e garantire i livelli occupazionali. Livelli che devono riguardare anche gli interinali, come ha precisato la Fim-Cisl, che durante l’incontro al Mise ha chiesto garanzie anche per loro. .
IL RILANCIO 

Dalle crisi nasce sempre un’opportunità. è questa la filosofia che ispira gli interventi dei segretari di Cgil, Claudio Cipolla, e Cisl, Riccardo Marcelli. « Siamo, a nostro avviso, di fronte ad un passaggio storico per il futuro delle produzioni ternane, che inevitabilmente condizionano, per quello che rappresentano, un tessuto economico e sociale più ampio. Per queste ragioni - dice il segretario Cipolla - auspichiamo che non si facciano fughe in avanti, che si coinvolga il governo ai massimi livelli e soprattutto che si compiano i passaggio corretti nell’interesse generale della comunità». Il segretario Marcelli: «A prescindere dai tempi che sono determinanti, abbiamo il tempo di percorrere parallelamente una strada per ridisegnare Terni e il suo comprensorio. Lo dovremmo fare cercando di mettere insieme progetti di caratura europea, nazionale, regionale, locale, in grado non solo di mantenere Terni città della manifattura, ma di trasformarla in Terni città di una manifattura sostenibile. I soldi ci sono servono le idee». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero