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Il 2020 è stato l’anno che ha fatto registrare un boom di segnalazioni. In dodici mesi ben 145 persone hanno utilizzato l’app Youpol per informare la polizia su episodi di spaccio di droga, casi di bullismo ma anche reati legati alle violenze domestiche. Le più frequenti sono state le segnalazioni per spaccio di stupefacenti, che in un anno sono state 58. In diverse occasioni lo stesso episodio è stato “immortalato” da più cittadini, testimoni oculari delle gesta dei pusher.
Le segnalazioni. “La maggior parte delle segnalazioni ricevute riguardano lo spaccio delle sostanze stupefacenti - conferma la dirigente della Volante, Anna Maria Macini. Segnalazioni che, oltre a consentire l’intervento immediato, forniscono utili spunti e riscontri investigativi”. C’è stata una sola segnalazione legata ad un episodio di bullismo mentre le violenze in ambito familiare comunicate alla questura grazie all’app sono state due. 84 invece le segnalazioni generiche, alcune delle quali, all’esito degli approfondimenti della polizia, sono poi risultate infondate.
L'app Youpol. “L’app Youpol, che si può installare gratuitamente su tutti gli smartphone e tablet che utilizzano i sistemi operativi Ios ed Android, era inizialmente nata per contrastare spaccio di sostanze stupefacenti e atti di bullismo principalmente nelle scuole - spiega Anna Maria Mancini.
La violenza in famiglia. E’ grazie all’app che, nei giorni scorsi, sono partite le indagini della squadra mobile su un presunto caso di violenza ad opera di un padre sulla figlia di 17 anni. L’episodio più recente si sarebbe consumato la notte di capodanno nella cameretta della ragazza, che ha confidato alla polizia di essere stata costretta a subire abusi sessuali per anni. Lei ora è al sicuro in una struttura protetta mentre il padre, un filippino di 43 anni che vive a Terni da anni, è in cella a Sabbione in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Nel 2018 l’app aveva fatto presa sui cittadini, che l’avevano utilizzata per più di 180 volte. La gran parte delle segnalazioni erano legate allo spaccio di droga ma nei dodici mesi furono comunicati anche oltre 30 episodi di bullismo. L’anno dopo c’era stata una grossa flessione nell’uso di Youpol ma l’abitudine ad utilizzare l’app ha ripreso vigore nel 2020. “La polizia di stato negli ultimi anni si è dimostrata sempre di più vicina ai cittadini, anche con l’utilizzo di sistemi informatici avanzati che, nel caso di Youpol, avvicinano le persone alla nostra istituzione” conclude Anna Maria Mancini.
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