Amelia e Narni restano senza il pronto soccorso Disagi per 60 mila persone

Amelia e Narni restano senza il pronto soccorso Disagi per 60 mila persone
Oltre dieci comuni, 60.000 abitanti, un raggio di circa 80 km sono questi i numeri del buco nero creato dalla chiusura dei punti di primo soccorso degli ospedali di Narni e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Oltre dieci comuni, 60.000 abitanti, un raggio di circa 80 km sono questi i numeri del buco nero creato dalla chiusura dei punti di primo soccorso degli ospedali di Narni e Amelia. Una decisione pervenuta durante l’emergenza Covid e che sta creando non pochi disagi agli utenti che abitano il comprensorio narnese e amerino, soprattutto a quelli che rientrano nella casistica dei codici verdi o gialli. Ad oggi infatti, in caso di necessità, gli unici accessi più vicini disponibili sono il pronto soccorso di Terni e quello di Orvieto. E la situazione rimarrà invariata, fatto salvo di miglioramenti eccezionali sul fronte virus, almeno fino al prossimo 31 dicembre, data attualmente prevista come termine dell’emergenza sanitaria. Tutto è cominciato il 12 marzo scorso quando, in piena pandemia, la Regione Umbria aveva deliberato la chiusura dei due presidi per motivi di sicurezza. Secondo quanto dichiarato dagli stessi operatori infatti, a causa della carenza di attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale, le due strutture non sarebbero state in grado di gestire eventuali casi di Covid-19 nel rispetto delle regole di contenimento del contagio. Nei giorni scorsi però, a fronte dell’azzeramento dei nuovi casi in tutta la Regione, la questione chiusura è tornata sul piatto. Con qualche nuovo elemento.

Infatti, se da un lato l’opinione pubblica preme perché sul territorio narnese e amerino vengano mantenuti i due punti di primo soccorso, dall’altra sembra che, già in tempi ante Covid, siano stati alcuni degli stessi medici che vi lavorano a chiederne la chiusura o quantomeno un ridimensionamento degli orari eliminando almeno l’apertura notturna. Fra le motivazioni, la carenza e l’inadeguatezza delle attrezzature per assistere le urgenze. La linea assunta dagli internisti del Santa Maria dei Laici si basa sull’inadeguatezza della struttura nella gestione di tutti i tipi di emergenza. «In Umbria abbiamo un tasso altissimo di denunce contro l’operato dei medici -spiega il vice sindaco di Amelia e assessore alla sanità Andrea Nunzi- e lavorare in certe condizioni, aumenta esponenzialmente la possibilità di errore oltre ovviamente a mettere a rischio la vita dei pazienti».

«Di fronte a questa situazione ci saremmo aspettati una reazione da parte dei medici di Terni e Orvieto - spiega un’operatrice del 118- sarebbe più costruttivo del prenderci a male parole quando portiamo troppi pazienti. Anche perchè sanno benissimo che non possiamo fare altrimenti». «Per ovviare al problema del sovraffollamento - spiega la sindaca di Amelia Laura Pernazza - il commissario straordinario Massimo de Fino, ha confermato la possibilità di convogliare alcuni dei codici gialli o verdi dalle ambulanze direttamente ai reparti ospedalieri di Narni e Amelia».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero