PERUGIA - In Umbria ha sede la scuola di agricoltura più antica d'Italia, l’Istituto tecnico agrario Ciuffelli di Todi, fondato nel 1864 e che da allora ha...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ciò che sembra emergere con sempre più insistenza nelle ultime settimane è che l’Italia dei mille borghi e dei mille campanili abbia fatto il suo tempo, ancor più in un territorio piccolo come l’Umbria che solo promuovendosi coralmente potrà davvero emergere: «Dobbiamo diventare il brand delle produzioni agricole tutte, un territorio meno compromesso di tanti altri che si trova esattamente al centro dell'Italia. Il famoso “cuore verde”, slogan vecchio di 50 anni che in realtà ancora oggi mette insieme tante nostre peculiarità. Credo che ormai i tempi siano maturi per rilanciare l’immagine dell’Umbria come polo d’eccellenza in ambito agricolo e sembra ci siano i presupposti affinché la politica abbia il coraggio di accettare la sfida». Intanto però non mancano gli ostacoli, a partire dall’urgente necessità di spingere verso la digitalizzazione, per ottenere una vera tracciabilità e far diminuire nei campi sia l'utilizzo di pesticidi che di “bassa manovalanza”: «Sono tecnologie già esistenti e alla portata anche dei piccoli produttori, vanno semplicemente applicate - rassicura Gilberto Santucci - Nel nostro caso umbro queste tecnologie possono far aumentare la qualità delle produzioni e la percezione di questa qualità, permettendo di bypassare la filiera, ovvero di arrivare a una distribuzione più diretta. Bisogna spingere i produttori a mettersi in gioco con vetrine digitali ed ecommerce, perché la crisi ha orientato l'orientamento all'acquisto via web e ciò rappresenta una grande opportunità. Colgo anche una spinta verso un minor individualismo imprenditoriale. Allo stesso tempo sarà fondamentale il ruolo dei giovani che dovranno ricostruire dopo questa tempesta. Un anno bloccato, la didattica a distanza... sono cose che segnano le persone e soprattutto gli adolescenti. Abbiamo fatto una piccola indagine interna e, contrariamente a quello che ci si aspettava, è emerso che uno studente su 5 ora mette un maggiore impegno nello studio di quando viveva la dimensione scolastica; sono elementi su cui fare seri ragionamenti. Quel che inizia a mancare è l'elemento di comunità, per questo abbiamo iniziato a proporre alcuni webinar di intrattenimento culturale per ricreare ciò che si faceva in Istituto prima dell’emergenza». Webinair, come quelli del Future lab che prevedono attività formative gratuite per docenti, che stanno risquotendo un grande successo (maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina Facebook dell’Istituto “Ciuffelli”); da ieri pomeriggio, 29 aprile, è anche partito ufficialmente il programma di incontri virtuali gratuiti che si svolgeranno ogni mercoledì alle 17.30 in collaborazione con DIGIpass. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero