Prima conseguenza del voto emiliano-romagnolo: oggi l’ad della Rai, Fabrizio Salini, come chiedeva da tempo, viene ricevuto dal ministro del Mef, Roberto Gualtieri, e...
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E dentro, al Settimo Piano di Viale Mazzini, pare che già da domenica notte ci sia grande scoramento. La scommessa di Salini - così dicono da quelle parti - è andata male. Perché in Emilia-Romagna non ha vinto Salvini, ma ha vinto il Pd. E il Pd è agguerritissimo. Non tanto per prendersi il Tg2, che considera riserva indiana sovranista, o per cacciare il presidente Foa, ma per prendersi il Tg1 - che non è mai stato di un partito, in questo caso M5S, inesistente al Nord e al Sud, come confermato dal voto emiliano e calabrese - e per riuscirci ogni manovra e ogni girandola va bene. Il Pd è tentato di chiedere il cambio di tutti o quasi i direttori di tiggi. Giuseppina Paterniti andrebbe dal Tg3 alla superdirezione degli Approfondimenti giornalistici - posto cruciale perché da lì si controllano i talk show e non è poco in una stagione in cui si vota dappertutto e al Nazareno si dice: “E’ stata vicina ai 5 stelle ma sarà vicina soprattutto a noi non esistendo più i 5 stelle” - e così la sua poltrona si libera per Mario Orfeo. Mentre al Tg1 andrebbe Antonio Di Bella da RaiNews, figura amata da dem ma non divisiva è antipatica a tutti gli altri, e al suo posto Giuseppe Carboni dal Tg1. Si può fare? Dalle parti del Nazareno, e di Renzi, vorrebbero proprio farlo e assai.
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Il Messaggero