Il suo giro del mondo del narcotraffico è finito, dal 14 febbraio su Sky Atlantic arriva finalmente la serie firmata da Stefano Sollima Zero Zero Zero. Tratta dal libro di...
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SANDOKAN E MONTERREY - Maestro italiano del crime, Sollima, in questa serie (otto puntate) scelte rispetto all'approccio di Romanzo Criminale o Gomorra uno stile diverso. "L'azione per l'azione non mi piace: magari in certe sequenze la lascio sullo sfondo e inquadro i miei personaggi. Non ritengo i miei film incentrati, infatti, sul crimine in quanto tale, ma su come gli individui reagiscono a quanto gli capita o a quanto determinano con i loro atti, spesso criminali".
SOLLIMA E SANDOKAN - Stefano è figlio d'arte: suo padre Sergio è stato un grande del cinema di genere, compagno di storie cinematografiche di Sergio Leone, e soprattutto regista del mitico Sandokan televisivo (e poi anche cinematografico). "Avevo otto anni e seguivo mio padre sul set, mancavo da scuola a lungo per essere nella giungla a vedere Kabir Bedi e le tigri della Malesia. Poi tornavo e non capivo tutto l'entusiasmo che c'era intorno a noi: per me era la vita normale e invece quello sceneggiato fu un successo pazzesco".
SOLLIMA E HOLLYWOOD - Le sue serie hanno sfondato in America e Hollywood lo ha chiamato per un film d'azione come Soldado con un grande cast: "Hollywood vissuta a 50 anni ti aiuta a prendere le cose nel modo giusto, senza interpretare quel mondo come il Paese del Balocchi. Ed evitare rischi di ubriacatura: vivo a Roma, giro a Hollywood o in Usa, consapevole che in Europa abbiamo la preparazione per non sfigurare, anzi".
SOLLIMA E GLI ATTORI - Con il casting di Romanzo Criminale ha letteralmente mandato in orbita una serie di giovani attori pazzesca: Francesco Montanari, Vinicio Marchioni, Alessandro Roja, Edoraro Pesce, Marco Giallini, Edoardo Leo... E lo stesso è capitato con Gomorra o il film Acab. "In realtà penso solo di aver creato i presupposti perché tutti avessero l'opportunità che meritavano già".
SOLLIMA E ROMA - "In questi anni ho girato il mondo in lungo e largo, solo a Roma mi sento a casa. Anche se è una casa che vedo deperire, da dieci anni a questa parte è sempre peggio e mi dispiace. Ha perso la sua luce e la cosa mi fa male. Suburra? Non è quello, quella è una conseguenza".
SOLLIMA E KUBRIK - Nel gioco del ciak dell'Interrogazione sceglie Arancia Meccanica come film della vita: "Ce ne sono 150 mila, ma in quella descrizione lirica della violenza fatta da Kubrik c'è un genio immenso". L'ipotesi di girare un film non crime? "Perché no? Il mio sguardo non è all'azione criminale, ma al suo effetto interiore nell'uomo".
SOLLIMA E IL MAPPAMONDO - A chiudere con il mappamondo: "Un'isoletta sperduta del Pacifico, senza contatti con il mondo. Sono un po' stanco e troppo connesso con i quattro angoli della terra, un po' di distacco ci vorrebbe, ma alla fine non me lo concedo mai". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero