Si fa presto a dire plagio. Non basta che un brano ne evochi un altro, serve che corrispondano un certo numero di battute e serve perizia tecnica. Di replicanti è pieno il...
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Sanremo 2019, Raf-Tozzi e Venditti: riecco gli anni '80. Vanoni «aggratis» batte tutti
Sanremo 2019, Serena Rossi e il monologo negato da Rai1: ecco cosa avrebbe dovuto dire
Esistono altre somiglianze, e più sfrontate. Tipo “La “Ragazza con il cuore di latta” di Irama che riprende al pianoforte la “Kids” dei newyorkesi MGMT, nota per nota. Il più omaggiato di questa sessantanovesima edizione resta però il non qualsiasi signor Rossi. Il brano in gara di Loredana Bertè “Cosa ti aspetti da me” parte con “C’è qualcosa che non va” che è esattamente l’incipit di “C’è chi dice no”, si prende anche tutte le sue chitarre (chissà come l’ha presa Maurizio Solieri), e sopra ci si può cantare “Zombie” dei Cranberries. Achille Lauro in “Rolls Royce” cita il Blasco con lo slogan “Voglio una vita così” e proprio Vasco ha mandato via social un in bocca al lupo agli artisti sanremesi, postando la sua esibizione di “Vita spericolata”, anno 1983. Come a dire, vi tengo d’occhio e vi perdono. Il trapper scopiazzebbe anche “1979” degli Smashing Pumpkins, che in fondo sarebbe una bella notizia, vorrebbe dire che ha ascoltato buon rock anni ’90. Lo ricorda un po’, ma è molto più probabile che la fonte sia “Easy Easy” del britannico King Krule. Stessa strofa e attitudine. In entrambi i casi, della Bertè e Lauro, l’interpretazione (oltre al testo) è un valore aggiunto, del tutto personale, ed è ciò che determina la credibilità della canzone. lo stesso “tributo”, non funziona se lo fanno altri.
Se anche Lauro ripassa la lezione di Sid Vicious e dei Ramones (che coincidenza è Sanremo al contrario), farlo all’Ariston e dopo il candore di Giorgia, ha avuto l’effetto straniante desiderato.
Il Messaggero