Perché Sanremo è Sanremo. E anche quest’anno non si può restare immuni dai commenti sulle mise, le canzoni, la conduzione, i personaggi. Nessuno...
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Dinner a base di risotto ai petali di rose in onore della Città dei Fiori. Tra gli spettatori casalinghi Marco Giallini e famiglia, Nancy Brilli, Giovanni Veronesi, a Monteverde con amici, e poi le attrici Valentina Ghetti, Martina Menichini e Enrica Guidi nel cast dei “Delitti del BarLume”. Molto coinvolta Francesca Valtorta: «È un programma storico. Da seguire i gruppi indipendenti, sebbene non tutti si meritavano di essere lì. Gli Ex-Otago sono bravi. L’unica rock star è la Bertè, assolutamente credibile in ogni occasione». «Baglioni è da sempre il mio idolo», ribatte Emanuela Tittocchia dal suo salotto capitolino. «Molto bella la canzone di Simone Cristicchi “Abbi cura di me” – aggiunge Lino Banfi – che mi ha ricordato “Signor tenente” di Giorgio Faletti: gli altri brani non li ho capiti». E ancora Vittorio Cecchi Gori, intento a seguire la kermesse canora con il press agent Emilio Sturla Furnò e Fanny Cadeo, nel salone della residenza romana. «E’ importante vedere il festival per capire gli italiani e i loro gusti - commenta il produttore – mi è piaciuto l’intervento di Pierfrancesco Favino. La musica è importante per il cinema». E oggi si prosegue. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero