«Baglioni ha fatto il Sanremo più sovranista di sempre e nessuno se n'è accorto. Il sottotitolo di questo festival potrebbe essere: prima gli italiani....
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Sanremo, Claudio Santamaria quarto conduttore ma solo per una puntata
Dimenticate il tè sorseggiato da Hugh Grant sul palco nel 2005 per il modico cachet, si disse allora, di quasi 500.000 euro.
Chiuso il discorso della 'cittadanzà e dei testi, il campo dove Baglioni ha in realtà osato di più è il cuore del festival: i cantanti in gara. Quest'anno il direttore artistico è riuscito nella difficile impresa di portare al festival generi e generazioni piuttosto distanti finora dalla kermesse. Nomi come Achille Lauro, Motta, Ghemon, Ultimo, Mahmood, Einar, Shade sono i cantanti che ascoltano i giovanissimi. Sono gli idoli di una generazione che non guarda quasi mai la tv generalista. Pressoché sconosciuti allo zoccolo duro del pubblico di Rai1, costituito da ultrasessantenni. Una svolta interessante verso quella che Baglioni vorrebbe che fosse una Mostra dell'Arte della Canzone Italiana (parafrasando Venezia), un sismografo della musica italiana contemporanea, ma molto rischiosa dal punto di vista degli ascolti. Sul fronte Auditel, a Baglioni e alla squadra di questo festival (attaccata sia lo scorso anno che in questa edizione per i sospetti conflitti d'interesse del manager di Baglioni, Ferdinando Salzano, con molti degli artisti in gara) saranno molto più utili le battute di Bisio e della Raffaele e le cover di brani che hanno fatto la storia della musica italiana, in cui probabilmente si cimenteranno i superospiti.
Da quanto annunciato a inizio gennaio da Baglioni, vale infatti anche per gli ospiti musicali il divieto del solo passaggio promozionale, quello con «l'ultimo singolo», per intenderci. Insomma, l'impressione è che quello che lo scorso anno è stato fatto con i brani più amati del repertorio dello stesso Baglioni potrebbe allargarsi quest'anno (anche per 'esaurimento scortè) agli altri grandi protagonisti della musica pop italiana. E se il «piccolo grande amore» dimostrato nel 2018 dai telespettatori per le canzoni di Baglioni verrà dimostrato anche per le nuove scelte, la sfida degli ascolti sarà vinta. Sennò comunque avrà vinto Baglioni. Quello dell'anno scorso. E quindi le sue canzoni.
Le reazioni «Mi piace il festival sovranista di Baglioni che non vuole ospiti stranieri». A spezzare una lancia a
favore delle scelte del direttore artistico del festival di Sanremo è la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Al festival della canzone italiana è giusto che vada il meglio della musica italiana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero