Fabrizio Corona a Non è L'Arena: «Quella volta che mi mangiai il braccio come un cannibale», Giletti sconvolto

Fabrizio Corona a Non è L'Arena: «Quella volta che mi mangiai il braccio come un cannibale», Giletti sconvolto
"Cinque infermieri vedono un tale Corona seduto sul cesso che si mangia il suo braccio". Fabrizio Corona, ospite in studio di Massimo Giletti a Non è l'arena,...

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"Cinque infermieri vedono un tale Corona seduto sul cesso che si mangia il suo braccio". Fabrizio Corona, ospite in studio di Massimo Giletti a Non è l'arena, su La7, racconta la drammatica vicenda che lo ha visto protagonista qualche mese fa, ricoverato in un ospedale psichiatrico dopo l'arresto e la resistenza agli agenti che erano andati a prelevarlo a casa.

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L'ex re dei paparazzi legge il suo memoriale, mentre Giletti e gli altri ospiti della serata ascoltano in silenzio, storditi e attoniti dai toni crudi del racconto. "Chiedo di poter poter fumare in bagno, mi danno l'accendino. Sono controllato da tre uomini della scorta. Mi siedo sul water a torso nudo, con i pantaloni tirati su. Vedo sul mio braccio destro la ferita del giorno prima: due punti di sutura che mi sono fatto pugnalandomi con una penna bic. La guardo, fumo, e scatta qualcosa nel mio cervello". "Trovo dei legnetti e provo a scavare nella ferita, ma sono leggeri e si rompono. Sono da solo in un cesso schifoso circondato dalle urla di povera gente disgraziata. Mi avvicino con la bocca alla ferita, spingendo sempre di più afferro i punti con i denti, li tiro,si rompono, schizza il sangue ovunque. Sulla bocca, sugli occhi, sul petto. Sento uno strano sapore, mi piace". "Sono convinto che dentro la ferita ci siano pezzi di vetro dell'ambulanza rotta, è notte e come un cannibale mordo tutto - prosegue Corona - pelle, fili, punti, carne. Sono incontenibile e senza freni. Si apre la porta e cinque infermieri vedono Corona tutto sporco di sangue. C'è chi urla, chi piange, chi mi abbraccia. Io guardo il vuoto: sono uno psicopatico in un ospedale psichiatrico".

 

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Il Messaggero