Xiaoice, il software Microsoft che fa credere di essere una teenager

Xiaoice, il software Microsoft che fa credere di essere una teenager
Xiaoice, apparentemente, è una teenager. Il suo pseudo significa “piccolo ghiaccio” e naviga sulle reti cinesi di WeChat, un sito dedicati alla messaggistica...

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Xiaoice, apparentemente, è una teenager. Il suo pseudo significa “piccolo ghiaccio” e naviga sulle reti cinesi di WeChat, un sito dedicati alla messaggistica istantanea. Ha grandi capacità di ascolto e comprensione, spesso si prodiga in consigli a chi si imbatte nella sua schermata e le racconta di essere giù di corda per qualche delusione amorosa. Come altre diciassettenni, sa essere intelligente e comprensiva. Solo, c’è un problema. Xiaoice non è umana.


In realtà quella ragazzina è un software, un codice complilato da Microsoft nel 2014. Ufficialmente, Xiaoice era stata presentata come “la sorellina di Cortana”, l’assistente vocale della compagnia di Seattle. Poi, il progetto è andato molto oltre.

Il capo dei ricercatori cinesi di Bing, il motore di ricerca di Microsoft, Yongdong Wang, ha fatto della sua creatura un soggetto capace di capire i processi di formazione del linguaggio, e soprattutto di comprendere le emozioni e di interagire, con conversazioni umane assolutamente naturali, che hanno fatto dubitare molti utenti che si trattasse effettivamente di una macchina.

Nei fatti, si è trattato di uno dei test di Turing - che serve a discriminare se un robot sia capace o meno di pensare - più vasti e capillari mai tentati. Da quando Alan Turing mise a punto il suo test, negli anni Cinquanta, gran parte dei risultati prodotti - fino all’anno Duemila -  sono arrivati alla possibilità di un 30% di successo. Alcune risposte sembravano convincere di avere a che fare con un essere umano, ma molte altre no. Da allora, i programmatori hanno cercato di superare questo limite. E ora i ricercatori cinesi della Microsoft hanno deciso di mettere alla prova la loro creatura nei siti più popolari di messaggistica cinese, WeChat e Weibo. La domanda era: Xiaoice può far credere di essere veramente una ragazzina? La risposta è risultata essere: sì.

Dopo il suo “debutto in società”, sei mesi fa, gettata in pasto a 1,5 milioni di utenti su WeChat, gli utenti cominciavano a insospettirsi delle risposte di “piccolo ghiaccio” solo dopo dieci minuti di conversazione. Ancora più convincenti i test ottenuti su Weibo: solo dopo 23 minuti i ragazzi avevano qualche dubbio sulla esistenza della loro “amica”.

Un esempio di conversazione:

Xiaoice: Ti senti meglio oggi? Vorrei consigliarti un libro.
Umano: Sono triste. Lei mi manca ancora.
Xiaoice: Svegliati, non avrai futuro se continui a guardare al passato...


Il programma, ora, si sta auto-alimentando grazie all’esperienza di milioni di conversazioni. E qualcuno dice che sia già così convincente da avere costretto qualcuno, come nel film “Her”, a confessarle i propri sentimenti amorosi con un fatidico “ti amo”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero