WhatsApp e funzioni nascoste: ecco come attivarle (ma attenzione ai rischi)

ROMA - Come spiega il portale El androide libre, per attivare le funzioni nascoste di WhatsApp è necessario utilizzare due diverse app. La prima si chiama VMOS ed...

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ROMA - Come spiega il portale El androide libre, per attivare le funzioni nascoste di WhatsApp è necessario utilizzare due diverse app. La prima si chiama VMOS ed è disponibile su Google Play: questa app permette la virtualizzazione dell'Android, ovvero la possibilità di usare e gestire un secondo sistema operativo parallelo a quello già presente sullo smartphone. In questo modo sarà possibile effettuare modifiche sul sistema, senza renderle permanenti.


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Il secondo passo è quello di scaricare e utilizzare anche un'altra app, chiamata WA Tweaker. I passi da seguire sono i seguenti: aprire VMOS, procedere alla virtualizzazione del sistema e selezionare l'icona a forma di cartella gialla. Si apriranno alcune opzioni e occorrerà selezionare sia WhatsApp e WA Tweaker, cliccando poi su Import, situato nella parte bassa dello schermo. A questo punto, nelle impostazioni di VMOS, sarà necessario selezionare prima 'Impostazioni di sistema', poi 'Informazioni sul telefono' e premere per dieci volti su 'Numero di compilazione'. Successivamente, andranno attivate le opzioni di sviluppo, per gestire i permessi di root e completare l'attivazione di VMOS.

A questo punto, basterà registrare il proprio numero di telefono sull'app clone di WhatsApp presente in VMOS e aprire WA Tweaker. Quest'ultima app, ora, consentirà di aprire e gestire tutte le funzioni nascoste all'interno di WhatsApp: dallo sfondo nero agli sticker animati, fino all'accesso con impronta digitale. C'è solo un piccolo problema: si tratta di un'operazione molto rischiosa. Gli sviluppatori di WhatsApp, infatti, non vedono di buon occhio app come WA Tweaker e c'è una certa probabilità di essere scoperti e bloccati dall'app, con la conseguenza di non poterla più usare con lo stesso numero di telefono. Va bene essere 'smanettoni', ma siamo sicuri che il gioco vale la candela? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero