Nove chef a confronto per capire quanto e in che modo i social sono entrati in cucina. Con l'avvento degli smartphone e di social come Instagram l'esperienza culinaria...
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Un'esperienza che non riguarda solo il cliente ma anche gli chef che quel piatto lo hanno pensato, progettato e portato in tavola nei loro ristoranti. A parlarne sono stati grandi nomi della ristorazione romana che hanno raccontato il loro rapporto con i social e le possibilità che arrivano dai nuovi mezzi di comunicazione: al tavolo della Social Media Week Arcangelo Dandini (Oste L'Arcangelo), Alba Esteve Ruiz (Chef Marzapane), Andrea Fassi (Ad Gelateria Fassi), Roy Salomon Caceres (Chef Metamorfosi), Angelo Troiani (Chef Il Convivio Troiani), Massimo Viglietti (Chef Achilli al Parlamento), Giulio Terrinoni (Chef Per Me), Alessandro Narducci (Chef Aquolina) e Claudio Gargioli (Armando al Pantheon). Hanno tutti accettato l'invito di Nerina di Nunzio, direttrice di Ied Roma, per parlare di questa nuova frontiera del rapporto con i clienti e di come i social rappresentino una fonte di attrattiva importante.
I social servono anche nel nostro settore - dice Arcangelo Dandini - La comunicazione aiuta a diffondere il nostro lavoro. Basti pensare che il 10% dei clienti che vengono mi hanno conosciuto sui social. Supplizio è stato figlio di quel tipo di comunicazione: i post erano autoprodotti dai consumatori». Stessa esperienza positiva per Roy Caceres, che ha deciso di affidare il compito di gestire i social ad addetti ai lavori: «Abbiamo persone che curano i social e da noi funziona. È un mezzo per ampliare la nostra clientela: oltre al passaparola da noi invoglia la gente a venire. Da noi il 15-20% ci ha visto sui social e la clientela fidelizzata ci chiede di postare i nostri piatti». E se l'esperienza è sicuramente positiva c'è chi, come Claudio Gargioli, li ritiene indispensabili per trasmettere passione: «Io posto regolarmente, non parlo solamente di cucina, ma devo ammettere che i social fanno espandere, ti fanno uscire dalla tana in tutto il mondo. Molti clienti internazionali ci contattano e commentano i nostri post. La cucina è giusto che si evolva all'esterno: è giusto che la gente veda che oltre a impastare c'è anche passione».
Passione sì, senza dimenticare il business: «Bisogna organizzarsi e rivolgersi a esperti della comunicazione. I social portano clienti, non bisogna mai dimenticarsi che si parla di business».
Il Messaggero