«Ecco come si vive in una cella d'isolamento»: l'esperienza choc in un'app

La cella di isolamento virtuale The Guardian
Sette metri quadrati. In cui vivere per intere giornate, da soli, senza alcun contatto con l’esterno. In un’esperienza estrema, anche se solo virtuale. E’...

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Sette metri quadrati. In cui vivere per intere giornate, da soli, senza alcun contatto con l’esterno. In un’esperienza estrema, anche se solo virtuale. E’ l’ultimo esperimento di “realtà immersiva” proposto dal quotidiano britannico The Guardian che ha lanciato una App dalle emozioni forti. Che si chiama "6×9 A virtual experience of solitary confinement” e si rifà alle misure della cella equivalenti a circa 2 metri di larghezza per 3 di lunghezza.


Obiettivo: esplorare la vita di un detenuto in isolamento e vedere come reagisce il cervello a uno stress così duro. Per scoprirlo basta indossare un visore tipo cardboard, cioè quegli occhiali schermati che trasportano nel mondo 3D. In un video a metà fra reality, servizio giornalistico e racconto sociale, ambientato in quella che potrebbe essere una prigione statunitense.

Nove mesi di lavoro per realizzare questa dimostrazione di sopravvivenza carceraria che può durare per giorni, mesi, anni, la cui visione, consiglia The Guardian, è vietata ai minori. Ci sono le storie di veri detenuti che quest’esperienza l’hanno fatta sulla propria pelle. Si sentono rumori, grida, lamenti in sottofondo ripresi dal documentario Solitary Nation di Frontline, dell'emittente Pbs, girato all'interno di un carcere del Maine. Il tutto in pochi metri immersi nello squallore di un letto sfatto, un lavandino una latrina a vista in cui il lettore-detenuto si trova a dover fare i conti con la cosa che sembra più ovvia e banale e invece non lo è affatto, la propria libertà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero