Caricabatterie attaccato alla presa: è davvero pericoloso? Ecco quanto si consuma

Caricabatterie attaccato alla presa: è davvero pericoloso? Ecco quanto si consuma
Se ne parla da anni, ma a molti di noi sembra non entrare proprio in testa: lasciare i caricabatterie attaccati alle prese elettriche, senza però mettere in carica...

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Se ne parla da anni, ma a molti di noi sembra non entrare proprio in testa: lasciare i caricabatterie attaccati alle prese elettriche, senza però mettere in carica dispositivi come smartphone e tablet, consuma energia anche se non ce ne rendiamo conto. Inoltre, da qualche tempo, si discute anche sulla pericolosità di una simile negligenza sul caricabatterie e sui 'device' stessi. Ma come stanno realmente le cose?


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Stando a quanto assicurato dai produttori, lasciare i caricabatterie attaccati alle prese della corrente non dovrebbe causare alcun danno né pregiudicare la loro efficienza (il discorso ovviamente cambia se consideriamo l'usura delle batterie, che col tempo e l'utilizzo prolungato, per loro natura, avranno bisogno di più minuti per ricaricarsi e tenderanno a durare meno). Per il resto, le cose stanno diversamente, perché lasciare il caricabatterie attaccato alla presa è antiecologico e antieconomico.

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Parallelamente al consumo di corrente elettrica, già di per sé decisamente poco ecologico, occorre infatti calcolare i costi medi. In tutto il mondo, secondo i dati di Statista, ci sono infatti oltre due miliardi e 530milioni di smartphone, ma in Italia siamo tra i primi al mondo, con un totale di oltre 49 milioni di smartphone, con un indice di penetrazione pari all'83% (dati Hootsuite/We Are Social). Il costo medio, di kiloWatt per ora, in Italia, si aggira intorno ai 20 centesimi di euro. Una cifra che potrebbe sembrare bassa e insignificante, ma che alla luce dell'impressionante diffusione degli smartphone di ogni genere nel nostro paese può dar luce a dei dati non trascurabili. Se tutti lasciassero il caricabatterie attaccato alla presa, in un anno, il costo totale in Italia sarebbe pari a circa 9 milioni e 838mila euro all'anno. Un consumo del genere, seppur basato su una stima e su un'ipotesi, sarebbe superiore a quello di oltre 40 paesi in tutto il mondo, e pari quasi a ciò che viene utilizzato in Ruanda in quasi dieci anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero