Avanti tutta sulla smaterializzazione delle carte di credito. Dopo PayPal e Apple Pay, che permette di pagare direttamente con l'iPhone, a sfidare le banche arriva in Italia...
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Nel mondo più di 33 milioni di persone hanno già utilizzato Amazon Pay per fare acquisti, il 32% delle transazioni sono state realizzate da un dispositivo mobile. Il volume di pagamenti con questa sistema - usato da clienti di oltre 170 Paesi - è quasi duplicato nel 2016 grazie al suo utilizzo da parte di venditori di diversi settori come abbigliamento, viaggi, prodotti digitali, assicurazioni, intrattenimento. Nel nostro paese ad aderire al progetto anche la compagnia aerea Vueling e la compagnia assicurativa Europ Assistance Italia. «Con l'aumentare dei clienti che scelgono di effettuare i propri acquisti online con dispositivi mobili e connessi crescono le aspettative in termini di velocità, comodità e sicurezza nel pagamento di prodotti e servizi - osserva Giulio Montemagno, GM Amazon Pay EU -. Consentendo ai clienti di pagare beni e servizi semplicemente con le informazioni del proprio account Amazon, Amazon Pay semplifica la finalizzazione del processo d'acquisto per chi fa shopping online e permette ai venditori di raggiungere i milioni di clienti Amazon nel mondo».
Sul fronte dei pagamenti online e "mobile" c'è oramai da tempo un grande fermento. A parte il pioniere PayPal, nel frattempo si sono affacciati nel settore Google, Microsoft, Samsung e Apple che hanno via via permesso agli utenti di memorizzare i loro dati bancari sugli smartphone e pagare in automatico, semplicemente strisciando il dispositivo sul Pos. In particolare Apple Pay, al debutto anche in Italia, si può usare anche con l'Apple Watch. Lanciato negli Usa nel 2014, il sistema di pagamenti di Cupertino si è poi esteso ad una serie di paesi nel mondo e, secondo le stime, entro il 2017 raggiungerà gli 86 milioni di utilizzatori. Una concorrenza agguerrita nei confronti delle banche - se si considera che piattaforme come Facebook, Snapchat e WhatsApp consentono anche l'invio di denaro - che non possono perdere il presidio dei loro clienti e che in futuro potrebbero allearsi sempre di più con questi big della tecnologia o sviluppare una loro risposta forte in ambito "mobile wallet". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero