Ibra, CR7 e, perché no?, Totti. Paragone comportamentale più che calcistico. Nicolò Zaniolo, talento della Roma allo stato puro, rimane al centro del...
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IN PRIMA LINEA
È successo in passato pure a Totti che proprio sullo stesso campo, il 28 marzo 1993, fece il suo esordio in A. Zaniolo sta facendo lo stesso percorso. Ecco Nicolò somigliare sempre di più a Francesco. Come se si fossero passati il testimone. Uno ha lasciato, l’altro è arrivato. Si sono incrociati, però, a Trigoria. E si sono piaciuti. Il feeling c’è anche adesso che l’ex capitano non frequenta più il centro sportivo Bernardini (gli ha affittato l’attico al Torrino). Il ventunenne, come lo è stato Totti, è già il principale bersaglio dei tifosi della Lazio. Provoca lui, gli rispondono loro. E viceversa. Di mezzo c’è andata anche mamma Francesca o quel ginocchio saltato. Botta e risposta senza sosta, colpi di qua e di là. Sfottò a parte, ad inizio carriera gli errori si fanno. E non sempre si cancellano in fretta. Peccati di gioventù. Come Totti, li fa Zaniolo. Anche in azzurro. Nicolò ha sbagliato con l’Under 21 di Di Biagio l’anno scorso, ritardando a più di una riunione tecnica; Francesco con Zoff ct ad Ancona, a 22 anni, se n’è andò all’intervallo della partita di qualificazioni europee contro la Bielorussia, non avendo gradito la sostituzione a fine primo tempo.
ALTO PROFILO
Le ali aperte a Brescia. Di sicuro Zaniolo ha ripreso il volo. Felicità o arroganza, difficile mettere però d’accordo chi ama e chi odia. Così festeggia Ibrahimovic che, lo dice apertamente, si sente Dio. Anche Cristiano Ronaldo fa qualcosa di simile quando fa centro (e succede spesso): «Io sto qui», sottolinea dopo il salto e indicando il terreno sempre allargando le due braccia. «I’m back» l’avvertimento di Nicolò su Instagram. Come anticipò Tyson, addirittura prima di rimettere piede sul ring a metà degli anni Novanta. Mike, tra violenze e arresti, non si ripresentò certo in scena dopo un infortunio. E andò anche oltre: chiarì che sarebbe tornato più cattivo di prima. Il romanista, per ora, è solo tornato a segnare dopo quasi 7 mesi. «Arrabbiati siamo io e i compagni». C’è l’intenzione di dare un senso alla stagione che dopo il lockdown ha preso una brutta piega: la Roma ha perso di vista la zona Champions. «Sono al sessanta-sessantacinque per cento». I fisioterapisti ne promuovono l’impegno nel lavoro. Si è sbrigato. Vuole essere al top per l’Europa League che riparte il 6 agosto a Duisburg: gara secca degli ottavi contro il Siviglia. «Mi sento al sessanta per cento». I fisioterapisti ne promuovono l’impegno nel lavoro. Si è sbrigato. Vuole essere al top per l’Europa League che riparte il 6 agosto a Duisburg: gara secca degli ottavi contro il Siviglia. «Io voglio restare». Lo ribadisce quando può al management di Pallotta. L’estero, la Premier e il Real, al momento non gli interessa. Sa che la Juve preme. Ma il futuro è adesso, cioè la maglia giallorossa. Se davvero resterà, avrà la possibilità di ridiscutere l’ingaggio che oggi è di 1,5 milioni. Per preparare a Trigoria anche l’Europeo che, slittato al 2021, lo ha aspettato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero