Sarri: «Scontro che vale zero. Se a ottobre ci preoccupa la classifica, non siamo pronti»

Maurizio Sarri
La firma di Maurizio Sarri arriva in fondo. «Se la classifica a inizio ottobre ci crea un ostacolo mentale vuol dire che psicologicamente non siamo pronti per fare...

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La firma di Maurizio Sarri arriva in fondo. «Se la classifica a inizio ottobre ci crea un ostacolo mentale vuol dire che psicologicamente non siamo pronti per fare grandi cose». Il rischio di contraccolpi, anche nell’eventualità di una sconfitta, è minimo. «Per la classifica? Vale vicino allo zero, ci sono ancora 31 partite da giocare». Sarri preferisce concentrarsi sui tantissimi lati positivi di una sfida tra due squadre nobili del calcio italiano, in testa alla classifica.





NESSUN FAVORITO – «Nella singola partita non si può dire che siamo favorito, l’Inter è forte e in salute. E’ una sensazione che vale la pena vivere, riesco solo a essere felice per andare a giocare una partita che sarà seguita in tutto il mondo. L’Inter è solida, forte, quando prende in mano la gara è pericolosa, quando difende è quadrata e poi riparte. Una squadra completa, sarà una sfida pericolosissima. Parlare ora di lotta scudetto è prematuro. E’ importante anche per loro confermare la loro crescita. Pensare di sistemare la classifica ad ottobre sarebbe un errore».

DUBBIO ARGENTINO – «Dybala o Higuain? Non c’è da convincere uno o l’altro ma solo decidere. Giusto che se uno sta facendo bene sia anche arrabbiato quando va in panchina, lo ritengo un aspetto positivo non negativo, anche se le reazioni a livello mediatico possono fare audience. Conviene puntare su un attaccante che sta bene fisicamente e mentalmente. La difesa dell’Inter è la più forte del campionato, lo dicono i numeri. Dobbiamo confermare i passi avanti che stiamo facendo alzando il livello delle prestazioni. Andiamo là a giocarcela. Bernardeschi è in crescita».


CONTE UN GRANDE – «Il duello con Conte? Non riesco a pensare che gioco contro Conte, penso solo all’Inter, lui è un grande allenatore, lo dimostrano i risultati in ambienti diversi. E’ tra i più importanti del mondo e lo sta dimostrando. A me piacciono le squadre caratterizzate fortemente, gli allenatori che portano avanti un modo di giocare preciso. Decidiamo cento cose diverse al giorno, alcune le sbagliamo, fare pochi errori è un’ottima qualità per un allenatore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero