Ezio Vendrame è morto, è stato una leggenda del calcio anni 70. Una vita in fuorigioco. Ezio Vendrame diede questo titolo alla sua autobiografia, dopo averne fatto...
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Il calcio in lutto: morto Peirò, ex calciatore di Roma, Juve e Inter
Da scrittore aveva rivelato di avere talento, come quando sul campo di calcio dribblò tutti i suoi compagni di squadra o mirava al palo invece che alla porta avversaria «perché così è più divertente». Infanzia da dimenticare, quel bimbo friulano di Casarsa della Delizia era cresciuto in un collegio per bambini poveri; Vendrame però non si compiangeva e nemmeno si prendeva sul serio, così come faceva con la vita. Un calciatore non poteva bere e fumare? Lui frequentava tabacco e alcool. Si doveva stare in ritiro?
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Lui fuggiva e andava in cerca di una donna. Logico quindi che lo paragonassero, anche per via della chioma fluente, a quel George Best che ricordava in qualche movenza calcistica. Altri, per quella sua eccentricità da artista lo paragonavano a uno che, come lui, 'pennellava sul campò ma per il quale il calcio non era tutto: Gigi Meroni, farfalla granata caduta troppo presto. La morte di Vendrame arriva qualche giorno dopo quella del suo aedo Gianni Mura, che dell'ex idolo del Vicenza era grande estimatore. Entrambi così assetati di vita non potevamo che comprendersi fino in fondo, e si erano scoperti quasi anime gemelle. Vendrame ha brillato soprattutto con la maglia del Vicenza guadagnandosi il passaggio al Napoli nella stagione 1974-75, dove però non andava a genio all'allenatore Vinicio, che non lo faceva giocare.
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Poco male per uno che poi, da ex giocatore, scrisse un altro libro intitolato «Se mi mandi in tribuna godo» dove raccontava le sue esperienze «fuori dagli schemi».
Il Messaggero