Per un Totti che se ne va, ce n'è un altro che rimane a Trigoria. Fino a prova contraria. Si tratta di Cristian, primogenito di Francesco, che essendo nato del 2005...
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Francesco Totti sul fairplay di Cristian: «Non sei figlio mio, io avrei segnato»
Totti jr rinuncia al gol per aiutare l'avversario, poi l'intervista in inglese perfetto: pioggia di applausi a Madrid
IL SOGNO CONTINUA
Più volte interpellato sul figlio, Francesco ha sempre glissato come solo un buon padre sa fare, consapevole che il cognome che si porta dietro può pesare come un macigno. Per informazioni, chiedere ai fratelli Conti, che avevano un papà che è diventato campione del mondo nel 1982 e un'icona indiscutibile del calcio mondiale. Come poi ha però dimostrato soprattutto Daniele a Cagliari, si può cullare la propria passione e farla diventare un lavoro, anche con qualità minori rispetto al genitore. Quello che ambirebbe fare Cristian anche se il padre più volte gli ha ripetuto che il calcio deve rimanere una passione. A Trigoria, si sussurra che di Francesco abbia ereditato lo stesso modo di calciare. Stesso piede, il destro, stessa incisività con le porte avversarie. Accostarlo al papà è inevitabile. Toccherà a lui provare a rimanere con i piedi per terra e non soffrire i paragoni che inevitabilmente da qui in avanti saranno sempre più frequenti. Debuttare all'Olimpico per ora è un sogno ancora lontano. Cristian s'è dovuto accontentare' di fare il raccattapalle in diverse gare casalinghe della Roma. La prossima stagione sarà però importante. Quattordici anni infatti è l'età nella quale avviene (o meno) il salto di qualità. O meglio: in un club strutturato e così attento alla maturazione dei giovani come quello giallorosso, il prossimo anno sarà quello nel quale si intuirà se il cammino potrà continuare o meno. La volontà di Cristian è provarci. Ed eventualmente essere giudicato soltanto per quello che farà in campo. Semplicemente come Cristian e non come il figlio di Totti'.
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Il Messaggero