«Maledetto tempo». Francesco Totti si arrese così, tre anni fa. Calciò l'ultimo pallone in curva Sud, sfilandosi per sempre la sua numero 10 e la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Il tempo l'ha deciso», scandì con la voce impastata dalla commozione il Capitano alla sua gente che aveva riempito lo stadio come solo sedici anni prima, nello scudetto-day con il Parma, aveva fatto. Gente che la commozione l'aveva da un pezzo tramutata in lacrime. Occhi che avevano ceduto allo tsunami emotivo quando, ancora in campo, Francesco fu raggiunto da Ilary, Cristian, Chanel e Isabel: la sua famiglia era venuto a richiamarlo, a portarlo via, a strapparlo con amore dall'altra famiglia che lo amava alla follìa. La famiglia di chi «gridava Totti gol e ora magari è diventato padre e il figlio grida Totti gol», la salutò Francesco. Le mani fra i capelli. Gli occhi lucidi, la targa ricordo consegnatagli dal presidente Pallotta, il saluto dei compagni. Mille giorni fa Totti capì che dopo 25 anni, 786 partite, 307 gol, uno scudetto, 2 coppe Italia, 2 Supercoppe e una Scarpa d'oro, era finita. Salvo, tempo dopo, rivelare che le lancette dell'orologio sul quale aveva misurato il «maledetto tempo» erano state spostate in avanti da altri. Che, se fosse stato per lui, un altro po' avrebbe giocato. Che il "Totti out" era stato pianificato da altri.
Con questo malanimo Francesco, mille e 96 giorni fa, si tolse gli scarpini e si infilò giacca e cravatta sventolando il suo nuovo biglietto da visita con scritto "Totti è la Roma". Ci ha provato, quasi come un atto dovuto. Ma quasi un anno fa si rese conto che non era vero. Che non era più così. E disse ancora addio, stavolta però sbattendo la porta. Ma questa è un'altra storia.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero