Una ripresa da Oscar a lieto fine, dopo un primo tempo da horror. Marco Parolo e Ciro Immobile, croce e delizia della Lazio che sbanca Torino in rimonta. Avvio da dimenticare,...
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RINASCITA
Il suo pareggio è il preludio alla rimonta laziale, completata da Parolo.
«Sono contento per il gol e per la vittoria, mi mancava segnare, anche se è vero che quest’anno poche volte ho fatto la mezzala», racconta l’ex Parma, che non trovava la via della rete dal maggio 2019 contro l'Atalanta all’Olimpico. Il suo destro dal limite, deviato da Bremer, è un premio alla costanza e alla determinazione. Il modo migliore per cancellare quel disimpegno sbagliato di testa che porta il Toro all’azione del rigore. «Ci ho creduto e mi sono riscattato - spiega Parolo -, Era importante vincere, abbiamo avuto un grande spirito, abbiamo comandato in lungo e largo e la vittoria è meritata». Il numero 16 biancoceleste convince e risponde sul campo a chi aveva dubbi circa la sua condizione fisica con tanti impegni ravvicinati. «Abbiamo carattere, idee, principi, giochiamo sempre per vincere. Il nostro sogno è la Champions League, poi proveremo a dare fastidio alla Juve e oggi sono tre punti fondamentali». Insomma, la parola scudetto non viene pronunciata. La scaramanzia è d’obbligo, ma pensare in grande è lecito e si può. «A Bergamo ci siamo levati la ruggine, ora stiamo prendendo ritmo e fiducia, poi vincere ti fa stare sereni e ti fa recuperare meglio», questa la ricetta per continuare a stupire. Contro il Milan con l’assenza annunciata di Leiva toccherà ancora lui. Simone Inzaghi riscopre un titolare in più e un punto di riferimento per lo spogliatoio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero