L’erba italiana è sempre più verde. Fino a un paio di settimane fa l’unico titolo vinto da un tennista azzurro sui prati risaliva al 2011, quando Andreas...
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E ORA I CHAMPIONSHIPS
E’ curioso che il miglior risultato del torinese (da domani sarà per la prima volta tra i top 50, n.46) sia arrivato sull’erba, superficie che gli era quasi sconosciuta. Un po’ come per Berrettini: i due possono alimentare una entusiasmante rivalità. La storia di Sonego è nota: giocava soprattutto sulla terra rossa (quest’anno quarti a Monte Carlo), vinceva con i polmoni ancor prima che con la tecnica. Accanto a lui c’è Gipo Arbino, il coach con la pipa che ha rinunciato allo stipendio sicuro alla Vagnone&Boeri Abrasivi per inseguire un sogno: aveva visto nel braccio di Lorenzo qualcosa di speciale ed era convinto che quel ragazzo alto e magro, ma dal cuore gigante (“cuore Toro”, ripete sempre), gli avrebbe regalato grandi soddisfazioni. Comincia Wimbledon e c’è un entusiasmo contagioso: l’Italia s’è desta sull’erba e sempre questa settimana Thomas Fabbiano ha raggiunto le semifinali a Eastbourne. Sono trascorsi 21 anni dall’ultimo azzurro tra i “last eight” dei Championships: Sanguinetti nel 1998. E prima di lui Panatta 40 anni fa, mentre Pietrangeli vanta la semifinale addirittura nel 1960. Che sia la volta buona?
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Il Messaggero