Serie C, i medici: «La ripresa è impossibile»

Serie C, i medici: «La ripresa è impossibile»
«La ripresa della serie C, con questo protocollo, è un'ipotesi irricevibile. I medici della serie C annunciano possibili iniziative clamorose». È...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La ripresa della serie C, con questo protocollo, è un'ipotesi irricevibile. I medici della serie C annunciano possibili iniziative clamorose». È questo il senso di una lettera che la Lamica, l'associazione dei medici del calcio guidata da Enrico Castellacci, ha appena inviato al consiglio federale della Figc e per conoscenza alla Lega Pro. Tutti i medici della C, dopo la decisione del consiglio federale di portare a compimento i tornei professionistici, hanno infatti sottoscritto un documento nel quale giudicano inapplicabile per la loro serie il protocollo sanitario e prefigurano «iniziative clamorose».


Nella lettera, i medici della serie C fanno rilievi puntuali alle procedure di sicurezza per la ripresa dei campionati professionistici, se applicati al loro campionato. I tamponi ogni tre giorni e i testi sierologici settimanali sarebbero «difficili da recuperare in quantità così ingente e troppo costosi per le società» di Lega Pro; le strutture per il ritiro forzato in caso di una positività non sono «a disposizione» per gran parte delle società; si ritiene inoltre «impensabile attribuire al medico e sociale la responsabilità civile e penale» per l'applicazione del protocollo, tenendo conto che in serie C lo stesso medico svolge la propria attività «al di fuori dell'attività sportiva del cub di appartenenza». L'associazione chiede dunque di accogliere le istanze dei medici della C, «al fine di evitare assumere iniziative di dissenso colletivo anche clamorose».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero