Un sole quasi estivo ha salutato la terza vittoria consecutiva dei viola impegnati però da un’Udinese blindata. E’ stata la partita più complicata della...
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Montella ha ragione. I viola hanno impiegato 72 minuti per sfondare il muro bianconero. Tudor l’aveva studiata bene: difesa a cinque, De Paul in mezzo alla mediana, due punte come Nestorovski e Okaha. Squadra davanti all’aerea compressa in 25 metri di campo. Per la Fiorentina trovare uno spiraglio in mezzo al traffico è stato un vero problema. Montella per la quinta partita consecutiva ha schierato un 3-4-1-2 senza centravanti, ma con Castrovilli trequartista a sostegno dei due diavoletti Chiesa e Ribery a scatenarsi in attacco. Ma anche la loro classe mista a potenza contro quella diga ha incontrato difficoltà. C’è stato uno squillo viola su corner - guarda caso - con il tuffo di testa di Pezzella senza gloria. Mentre l’Udinese, sempre su angolo, ha trovato il gol di Nestoroski, ma il Var in pochissimo tempo ha annullato per l’evidente tocco di braccio di Opoku.
Poco dopo, ancora dalla bandierina, Castrovilli ha deviato al volo di esterno verso la porta di Musso, sulla linea Nestoroski si è consolato dal gol annullato, salvando clamorosamente sulla linea. Ecco il primo tempo tattico, fisico e con pochissime vibrazioni.
Anche nella ripresa l’Udinese ha pensato solo a difendersi e in alcuni casi pure male come quando Ekong ha perso un pallone sanguinoso e Chiesa da solo si è fatto respingere il tiro dall’ottimo Musso. De Paul non si è visto, imprigionato nell’intasamento del centrocampo e forse per la testa aveva strani pensieri: l’argentino aveva sognato in estate di vestire la maglia viola, ma alla fine il listino troppo alto lo ha fermato ad Udine. Gli attaccanti friulani sono stati annientati da un abilissimo Pezzella, dalle marcature precise di Milenkovic e dalla lucida asprezza di Caceres, davvero bella la sua prestazione. Ribery si è notato per una punizione uscita di pochissimo, Tudor invece per le proteste eccessive su un fallo vicino alla panchina: l'esordiente in serie A Prontera l’ha espulso. Con solo 8 partite di B alle spalle e un anno fermo per problemi fisici, era prevedibile che incontrasse criticità. Ha sbagliato molto, non solo sull’episodio di Nestoroski, ma anche quando per ammonire Opoku (che aveva travolto Ribery) non ha concesso il vantaggio con Chiesa lanciato nella prateria. Senza dimenticare alcuni falli in mezzo al campo giudicati male. A metà secondo tempo il gol di Milenkovic, ha portato in vantaggio i viola. Dopo appena 60 secondi, però, Lasagna (subentrato da poco a Nesoroski) ha avuto la palla del pareggio, ma il numero uno viola ha fabbricato una parata da voti alti. Da lì la Fiorentina ha spinto di più e Dalbert ha impegnato a fondo Musso in una deviazione efficace in angolo.
Alla fine Franchi in festa, Firenze è rinata rispetto solo a pochi mesi fa, da rivedere invece qualcosa nell’Udinese inchiodata a 7 punti. Ma ora ci sarà la sosta, utile a correggere gli errori.
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Il Messaggero