E' come la pesca in parrocchia: si vince sempre. E parecchio. L'ultimo posto nel Torneo delle Sei Nazioni vale adesso un bonus di almeno un milione di sterline e non...
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Anche perché l'ingresso nel Torneo nato nel 1883 continua a calamitare sponsor che senza di esso non punterebbero certo sulla palla ovale. E l'indotto per le città ospitanti? Vale quasi 500 milioni di sterline con Roma che si ritrova per ogni partita almeno 25 milioni di euro senza spenderne uno di ordine pubblico.
«Siamo molto soddisfatti dell'assetto del Torneo - ha detto il ceo John Feehan - e non è all'orizzonte alcuna variazione, anche perché non è fra i nostri obiettivi il miglioramento dei movimenti di altre nazioni che comunque ci auguriamo». Con tanti saluti a chi a ogni vigilia invoca sfregi alla tradizione indicando meccanismi di promozione o retrocessione per coinvolgere magari la Georgia o la Romania. Meccanismi che l'anno scorso avrebbero riguardato gli ultimi classificati, gli scozzesi. Figuriamoci. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero