Nadia Fanchini trionfa nella discesa di La Thuile valida per la Coppa del Mondo di sci alpino femminile. L'azzurra si è imposta con il crono di 1'24«80...
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Quarto posto per la canadese Larisa Yurkiw (1'25»73) che si è piazzata davanti alla statunitense Laurenne Ross (1'25«82), alla svizzera Fabienne Suter (1'26»21) a all'altra azzurra Francesca Marsaglia (1'26«25). Tra le italiane buone prove anche per Elena Curtoni (1'26»51) nona e Johanna Schnarf (1'26«82) quindicesima. Solo undicesima Lara Gut (1'26»58) che perde la leadership della classifica generale di Coppa che vede ora la Vonn al comando con 1140 punti, contro i 1097 dell'elvetica. La partenza della gara odierna è stata abbassata di una decina di secondi a causa del vento.
«In questa gara ho dato il cuore. E non ho parole per questo risultato arrivato dopo il terzo posto di ieri. Sono poi orgogliosa di essere riuscita a battere Lindsey Vonn, l'atleta piu» forte della storia dello sci«. Non sta nella pelle Nadia Fanchini che a La Thuile, nell'esordio in coppa del mondo di questa fortunatissima località valdostana, ha ottenuto il secondo successo in carriera.
Dominik Paris ha centrato il primo successo stagionale in Coppa del Mondo trionfando nella discesa libera di Chamonix. L'azzurro si è imposto sulle nevi della Savoia con il tempo di 1'58«38 precedendo lo statunitense Steven Nyman (1'58»73), lo svizzero Beat Feuz (1'58«77) il francese Guillermo Fayed (1'59»18) e il compagno di squadra Peter Fill (1'59«27). Sesto posto per il transalpino Adrien Theaux (1'59»53) che si è piazzato davanti ai canadesi Manuel Osborne-Paradis (1'59«54) ed Erick Guay (1'59»67). A completare la top ten l'austriaco Hannes Reichelt (1'59«73) e il norvegese Aleksander Aamodt Kilde (1'59»74).
Non meno travolgente è stato il successo di Dominik Paris che a Chamonix, dove aveva ottenuto il primo podio in carriera nel 2011, si è sempre trovato bene e che nella combinata di ieri aveva conquistato, a sorpresa, un eccellente secondo posto, miglior risultato in carriera in questa disciplina. «Il mio segreto è stato attaccare e portarmi dietro tutta la velocità possibile sulla parte finale più filante», ha spiegato l'altoatesino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero