Sassuolo, se il gioco di campagna supera quello di città

Sassuolo, se il gioco di campagna supera quello di città
Occhio alla frase. «Felice d’aver preso il terzo gol su una nostra impostazione da dietro: perdere palla può capitare ma alla fine la voglia di giocare viene...

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Occhio alla frase. «Felice d’aver preso il terzo gol su una nostra impostazione da dietro: perdere palla può capitare ma alla fine la voglia di giocare viene sempre ripagata». Fedele a se stesso, l’ideologia di De Zerbi non cambia – possesso dal basso, rapidità ossessiva nei passaggi, aggressione alta, un’attualità da lui predicata sin dalla C – ed è bello pensare che il secondo posto del suo Sassuolo sia spiegabile (anche) come un addio al precariato: tra i neroverdi vincenti nel derby di Bologna c’erano solo due volti nuovi, il difensore turco Ayhan e il centrocampista francese Lopez, entrati all’inizio della rimonta. Cosa vuol dire? Che per una volta, dopo i balli di Palermo e Benevento e quello scorso mercato che lo vide perdere i Boateng, Sensi e Duncan, De Zerbi può lavorare con gente che il suo calcio lo mastica da un po’. 


I BOMBER 
Assistito dal calendario (subito le neopromosse Crotone e Spezia), il Sassuolo viaggia dietro il Milan – un pari, tre vinte – come nel campionato Primavera viaggia dietro la Roma e in quello femminile dietro la Juve, a raccontare di un pianeta di provincia allineato con le stelle giuste. Le stelle di De Zerbi sono un 33enne e un 26enne in orbita azzurra, Caputo e Berardi, la coppia più bella del mondo post-lockdown: da quando si è tornati a giocare 12 reti più 5 assist il primo e 8 reti più 6 assist il secondo, nessuno come loro in A. «Studiamo da tempo le idee di De Zerbi e cerchiamo sempre di fare il nostro gioco», così ieri Caputo. 
ALTA PROVINCIA 

Quel gioco che piace a tutti e che passa per i piedi di Djuricic e Locatelli, due estremità di un’età media sui 26.9 anni (il Sassuolo è sempre molto giovane) ma soprattutto due di quei dicitori tagliati a misura per trame alla De Zerbi. I tredici graffi tra Cagliari (1-1), Spezia (4-1), Crotone (4-1) e Bologna (4-3) dicono di un Sassuolo che affonda il coltello come l’annata scorsa, quando chiudeva a 69, fatturato offensivo subito sotto le big. I tre acuti concessi al Bologna ripropongono invece il tema di una difesa che ad agosto ne contava in fondo al sacco 63. Accusato di discontinuità e di dilapidare troppi vantaggi, il Sassuolo dell’altro ieri si tuffa nell’oggi conservando la capacità di convertire i tiri in gol e disegnare ragnatele nella trequarti avversaria. A 41 anni, dopo un 11° e 8° posto, De Zerbi si arrampica lassù: luce o attimo di gloria, è comunque un presente meritato.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero