Reggio Emilia-I baschi, nel calcio, restano un fenomeno unico e allora vederli al Mapei suggestiona, come il blasone della Stella Rossa, eliminata con un 4-1. Il Sassuolo non...
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Il palmares è zeppo di trofei iberici, mancano coppe europee, perchè le finali Uefa furono perse: nel ’77 con la Juve e nel 2011. “Ma restano imprese, considerato che i giocatori sono da sempre tutti baschi”. C’è orgoglio, confermato anche da Oscar de Marcos: “E’ militanza, gruppo, il segreto di un club unico”. Un po’ come il Sassuolo, fermo a tre stranieri, per scelta.
Valverde rappresenta la nazione del miglior calcio d’Europa, come club. “Siamo usciti ai quarti, ai rigori, con il Siviglia, poi vincitore della 4^ coppa in 7 anni: un trofeo rappresenterebbe la sublimazione della nostra storia. Real e Barcellona sono tra le grandi del continente, in Italia la Juve si è parecchio staccata, su Inter, Milan e Roma”.
Sconfisse le milanesi nell’88, in Uefa, con l’Espanol, una piccola modello Sassuolo. “Io - ricorda Eusebio Di Francesco -, incontrai i baschi da calciatore della Roma. Fuori casa concedono qualcosa, ma possono contare su una grande esperienza internazionale. Li avrei evitati volentieri, serviranno intensità e un approccio migliore rispetto a Torino, perchè con il Barcellona hanno perso solo 1-0”.
Mancano Berardi e di nuovo Missiroli, torna Defrel, contornato da Ricci e Politano. In difesa, lo spagnolo Pol Lirola si piazza sulla destra, al posto di Gazzola. “Il mio idolo è Nedved, fin da piccolo, da ammiratore del calcio italiano. Nel mio ruolo, il tedesco Philip Lahm”. L’esterno viene dalla Juve, a conferma dell’entente cordiale con il Sassuolo, favorito dall’amicizia fra gli ad, Marotta e Carnevali. “L’ho scelto per le caratteristiche e la gioventù - sottolinea Eusebio -, a prescindere dalla militanza. Non so da dove venga il filo diretto con Torino”.
E’ il punto più alto delle 7 stagioni dell’ex team manager giallorosso in panchina, confermato dal suggestivo spot per Sky (in onda anche su Rai), con Allegri, Ancelotti e Ranieri, gente che si è affermata fra Sassuolo, Reggio e Parma. “E’ piacevole essere scelti. In genere sono io a scegliere la formazione, lì sono stato coinvolto. L’immagine rispecchia la quotidianità nostra, compreso il percorso di vita: ero partito da ciclista, per diventare calciatore, dai 6 ai 9 anni correvo, anche perchè papà era appassionato di bicicletta”.
L’Europa del Sassuolo è alla portata, con Rapid Vienna e Gent, può passare assieme agli spagnoli. “Ma servirà impattare bene e il sostegno del pubblico, perchè ci saranno momenti di difficoltà”.
Il Messaggero