Sassuolo, Di Francesco contro una "piccola" chiamata Athletic Bilbao: «Per vincere serve intensità»

Sassuolo, Di Francesco contro una "piccola" chiamata Athletic Bilbao: «Per vincere serve intensità»
di Vanni Zagnoli
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Giovedì 15 Settembre 2016, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 17:44
Reggio Emilia-I baschi, nel calcio, restano un fenomeno unico e allora vederli al Mapei suggestiona, come il blasone della Stella Rossa, eliminata con un 4-1. Il Sassuolo non è così inferiore, il Torino aveva vinto a Bilbao, il Napoli perse il preliminare di Champions, con Benitez, buscando 4 gol. Ernesto Valverde guida i biancorossoblù dal 2013, viene da un 5° posto di rilievo in Liga: “Perchè il nostro budget è scarso”.

Il palmares è zeppo di trofei iberici, mancano coppe europee, perchè le finali Uefa furono perse: nel ’77 con la Juve e nel 2011. “Ma restano imprese, considerato che i giocatori sono da sempre tutti baschi”. C’è orgoglio, confermato anche da Oscar de Marcos: “E’ militanza, gruppo, il segreto di un club unico”. Un po’ come il Sassuolo, fermo a tre stranieri, per scelta.

Valverde rappresenta la nazione del miglior calcio d’Europa, come club. “Siamo usciti ai quarti, ai rigori, con il Siviglia, poi vincitore della 4^ coppa in 7 anni: un trofeo rappresenterebbe la sublimazione della nostra storia. Real e Barcellona sono tra le grandi del continente, in Italia la Juve si è parecchio staccata, su Inter, Milan e Roma”.

Sconfisse le milanesi nell’88, in Uefa, con l’Espanol, una piccola modello Sassuolo. “Io - ricorda Eusebio Di Francesco -, incontrai i baschi da calciatore della Roma. Fuori casa concedono qualcosa, ma possono contare su una grande esperienza internazionale. Li avrei evitati volentieri, serviranno intensità e un approccio migliore rispetto a Torino, perchè con il Barcellona hanno perso solo 1-0”.

Mancano Berardi e di nuovo Missiroli, torna Defrel, contornato da Ricci e Politano. In difesa, lo spagnolo Pol Lirola si piazza sulla destra, al posto di Gazzola. “Il mio idolo è Nedved, fin da piccolo, da ammiratore del calcio italiano. Nel mio ruolo, il tedesco Philip Lahm”. L’esterno viene dalla Juve, a conferma dell’entente cordiale con il Sassuolo, favorito dall’amicizia fra gli ad, Marotta e Carnevali. “L’ho scelto per le caratteristiche e la gioventù - sottolinea Eusebio -, a prescindere dalla militanza. Non so da dove venga il filo diretto con Torino”.

E’ il punto più alto delle 7 stagioni dell’ex team manager giallorosso in panchina, confermato dal suggestivo spot per Sky (in onda anche su Rai), con Allegri, Ancelotti e Ranieri, gente che si è affermata fra Sassuolo, Reggio e Parma. “E’ piacevole essere scelti. In genere sono io a scegliere la formazione, lì sono stato coinvolto. L’immagine rispecchia la quotidianità nostra, compreso il percorso di vita: ero partito da ciclista, per diventare calciatore, dai 6 ai 9 anni correvo, anche perchè papà era appassionato di bicicletta”.

L’Europa del Sassuolo è alla portata, con Rapid Vienna e Gent, può passare assieme agli spagnoli. “Ma servirà impattare bene e il sostegno del pubblico, perchè ci saranno momenti di difficoltà”.
A Reggio duemila ultras granata chiedono da 4 stagioni al Sassuolo di andarsene, ma il resto degli sportivi si affeziona al grande calcio, anche neroverde. “Ho tanti amici reggiani che simpatizzano per noi”, conclude Eusebio. Chiamato così in onore del campione portoghese capocannoniere al mondiale ’58. Contro i baschi per lui è un piccolo derby iberico.
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