Solo alla fine delle qualificazioni si potrà stabilire se gli equilibri calcistici del Sud America sono cambiati. Nel frattempo, però, il primo turno della fase eliminatoria che...
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I riflettori erano puntati ovviamente su Cile-Brasile, disputata a Santiago. La Roja di Sampaoli, sulla quale gravano molte aspettative per il futuro, non delude il pubblico di casa, approfittando della flessione del Brasile nell’ultima mezz’ora. La Seleçao, pur non giocando malissimo, conferma di non avere un’identità propria in fase di costruzione di gioco. Il reparto offensivo, guidato da Hulk e Douglas Costa, non si esprime al meglio, mentre a centrocampo restano dubbi sulla coppia Luiz Gustavo-Elias, data la mancata intensità. Il Cile si porta in vantaggio grazie a una deviazione di prima di Edu Vargas su punizione di Mati Fernandez. Il raddoppio, nel finale, arriva sull’asse Vidal-Sanchez, con l’ex Barça a concretizzare dopo l’opposizione di Miranda quasi sulla linea di porta.
Delude, invece, l’altra finalista della Coppa America: l’Argentina di Biglia. Successo storico dell’Ecuador al Monumental di Buenos Aires. L’assenza di Messi, e quella in corso di Aguero, non sono sufficienti a spiegare una prestazione opaca, che riapre l’ormai consueto dibattito sull’equilibrio perseguito da Tata Martino. Di Erazo e Caceido i gol della vittoria ecuadoriana. Ritrovano fiducia continentale, invece, la Colombia e l’Uruguay, che nella Coppa America cilena avevano deluso per mancanza d’iniziativa. Il prossimo turno, da disputare il 13 ottobre, prevede: Brasile-Venezuela; Perù-Cile; Paraguay-Argentina; Ecuador-Bolivia e Uruguay-Colombia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero