Rugby, capitan Parisse punta i francesi: «La mia ultima sfida sabato all'Olimpico? Io penso solo a batterli»

Sergio Parisse
Sergio Parisse non vuole sentire nulla. La 500a partita della Nazionale di rugby, le sue 137 presenze, la possibilità assai concreta (praticamente una certezza) che quella...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sergio Parisse non vuole sentire nulla. La 500a partita della Nazionale di rugby, le sue 137 presenze, la possibilità assai concreta (praticamente una certezza) che quella di sabato 16 marzo 2019 sia la sua ultima partita all'Olimpico sono solo numeri da annotare. E in quella che, appunto, potrebbe essere l'ultima conferenza stampa su suolo italiano non si abbandona ai ricordi né ai sentimenti. "Domani voglio vincere", ripete. Con la variante, poco originale ma appropriata: "Vogliamo vincere". Italia-Francia (calcio d'inizio ore 13.30, diretta tv su Dmax a partire dalle 12.51 esatte), ultima giornata del Sei Nazioni 2019. Chi vince scaccia un momentaccio, chi perde lo amplifica. 



"Momentaccio", in francese, si traduce in polemiche. Tante e feroci. Di ieri, poi, è l'indiscrezione rilanciata dall'"Equipe" secondo cui, prima di Francia-Scozia, il presidente della federazione transalpina, Serge Simon, e il ct dei bleus, ex timoniere azzurro, Jacques Brunel, avrebbero voluto togliere i gradi di capitano a Guirado per assegnarli a Poirot. Decisione contro la quale si sarebbe scagliata l'intera squadra a cominciare dallo stesso Poirot. 
A conoscere bene la terra di Asterix è lo stesso Parisse, storico capitano anche dello Stade Français: "La Francia ha a disposizione un vivaio più ricco del nostro, così come è più ricca la tradizione rugbystica. Lo scarso rendimento della loro nazionale si imputa al fatto che nel massimo campionato nazionale, il Top 14, s'impieghino troppi stranieri. E' vero che s'investono tanti soldi per acquistare giocatori magari dell'altro Emisfero a scapito dei francesi ma è un problema loro", dice sorridendo. 
Poi si passa alle emozioni. Più o meno... "Che sia o no la mia ultima partita a me non piace parlare di futuro bensì di presente. Ci sono grandi chance e a me interessa che vinca l'Italia. Sono motivato per giocare al meglio contro questa squadra. Lo sanno tutti, per me sarà sempre un match particolare perché vivo da parecchio in quel Paese e sia io che i miei compagni ci teniamo a disputare una bella partita. Ma al momento sto pensando soltanto a fare in modo che la squadra arrivi all'impegno stramotivata, perché abbiamo bisogno di vincere. Nessuno vuole vincere quel match più di noi".

Dall'ultima partita a Roma alla prima, di sempre, in azzurro: Marco Zanon. "Negli spogliatoi gli ho consegnato la maglia che indosserà e gli ho detto che in carriera capitano momenti come quello capitato a lui, chiamato al debutto da titolare dopo gli infortuni di Campagnaro e Castello. Gli ho detto di godersi il momento, perché io ho giocato tante partite, ma il primo cap non si scorda mai. Mi auguro che possa fare un grande match. La squadra intera s'impegnerà per consentirglielo".  

Come Parisse, anche Leonardo Ghiraldini e Alessandro Zanni arrivano allo stesso traguardo, "ma tra noi non ne abbiamo parlato. Lo sappiamo e basta, non c'è bisogno di discorsi. Abbiamo vissuto tante cose insieme, tanti momenti duri e sono sicuro che sia Ale che Leo in campo porteranno tutta la loro esperienza e la loro determinazione per ottenere la vittoria". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero