L'ultimo Grande Slam era datato 2003. Gli anni della grande Inghilterra campione del mondo. Del computer Jonny Wilkinson, del capitano Martin Johnson (poi non tanto amato ct),...
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RESPONSABILITA'
Allo Stade de France, insomma, è la serata dei Sudditi di Sua Maestà. Nonostane al "Pronti, via" sembra che a dominare sia esclusivamente la tensione: Itoje placca Spedding in aria e regala un calcio facile facile a Machenaud. Fallaccio anche dall'altra parte e Farrell, al 4', pareggia dalla piazzola. La Francia di Guy Novès preme; eccessiva per il suo orgoglio anche soltanto l'idea di passare per vittima sacrificale. Cala allora grande pressione sulla retroguardia degli ospiti. Nella ventidue inglese commette però fallo in ruck, Farrell calcia via la minaccia e, sugli sviluppi, Care mette a segno la prima meta del match. E' l'11'. Il piede di Machenaud riporta i Bleus a -4, ma è soltanto l'anticamera della doppietta di Care: 6-17. Prima dell'intervallo e, alla ripresa delle ostilità, Machenaud capitalizza altri tre calci di punizione.
CORAGGIO
La sfida tra i calciatori è ufficialmente iniziata. Farrell risponde per il 15-20, l'avversario francese 18-20. I tizi in maglia blu non regalano neanche le briciole. Agli inglesi serve una marcia in più: al 55', grande ripartenza di Billy Vunipola dalla base della mischia, con scarico per Youngs che a sua volta offre un pallone d'oro ad Anthony Watson per la segnatura del +7. Prezioso il piede di Machenaud per il 21-25 che tiene ancora viva la squadra di casa. Poi, però, tocca nuovamente a Farrell, che, tra 71' e 77', allunga sul 21-31.
Gli inglesi finiscono esultando, saltando. L'unico segno di "umanità" dopo un torneo condotto da robot, come nel 2003. A proposito: in quel torneo l'Italia giunse penultima, con due punti, davanti al Galles fermo a zero. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero