Rugby, Italia-Scozia 31-29: trionfo azzurro all'Olimpico. Vinta la Cuttitta Cup. Meloni festeggia negli spogliatoi. Quesada: «Siamo un gruppo di folli» Highlights

In 70mila allo stadio, 15mila gli scozzesi. Festa grande in piazza Navona - mancava solo la Fir - per l'arrivo in bici dei sostenitori della fondazione di Doddie Weir, una pedalata di 2.700 chilometri anche in memoria di Massimo Cuttitta

Rugby, Italia-Scozia 31-29: trionfo azzurro all'Olimpico. Vinta la Cuttitta Cup. Meloni festeggia negli spogliatoi. Quesada: «Siamo un gruppo di folli» Highlights
L'Italia del capitano Michele Lamaro e del ct Gonzalo Quesada è una grande squadra. Punto. E' una squadra che trionfa all'Olimpico strapieno 31-29 contro la...

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L'Italia del capitano Michele Lamaro e del ct Gonzalo Quesada è una grande squadra. Punto. E' una squadra che trionfa all'Olimpico strapieno 31-29 contro la Scozia: l'ultima nella classifica del Sei Nazioni che batte la seconda che è, che era, in corsa per vincere il Torneo. Gli azzurri piangono, ridono, si abbracciano in piedi, a terra, corrono a cercare le fidanzate in tribuna e noi con loro - fidanzate escluse - perché era dal 2013 (4.011 giorni) che qui a Roma non si alzavano i pugni al cielo. La decima squadra al mondo ha battuto la sesta e domani nel ranking mondiale salirà al nono posto scavalcando l'Australia. L'ottavo posto del 2007, miglior piazzamento di sempre, è vicino. Ah, in quell'ottavo posto c'è ora il Galles che sabato prossimo ci aspetta a Cardiff.

La partita

Tre maledetti minuti da giocare, palla alla Scozia, la squadra di geni come Russell e giganti come Van der Merwe, sbarcata a Roma per asfaltare l’Italia per restare in corsa per la vittoria del Sei Nazioni. Tre maledetti minuti per tirare giù quegli indemoniati che, asfissiati dalla pressione degli azzurri, avevano visto via via svanire il castello di certezze in cui si erano baloccati nelle ultime settimane. Agli azzurri, meravigliosamente in testa 31-29, il compito non solo di abbattere gli assi highlander, ma anche di non concedere loro un unico, misero calcio di punizione che vale 3 punti, che vale la vittoria per gli scozzesi. 

 


Ebbene è in quei tre maledetti minuti che l’Italia del capitano Lamaro e del neo ct Quesada, nonostante tutte le spie lampeggiassero furiosamente in rosso sul cruscotto, ha trasformato l’impresa in un trionfo. Gli italiani hanno difeso, senza mai commettere errori - e, credeteci, ci vogliono una forza di volontà e una lucidità sovrumane - su 24 fasi, su 24 attacchi degli scozzesi. Un’ondata dopo l’altra, terribile. Però a un certo punto anche il geniale Russell, colui che trova sempre una soluzione per scavalcare le difese, è andato in tilt, non sapeva proprio più che pesci pigliare con quella palla che gli scottava tra le mani e torme di azzurri che lo assediavano da tutte le parti. Un campione così in panne valeva il biglietto che ieri avevano conquistato in 69.689 fedeli di cui 15mila in kilt. Più il premier Giorgia Meloni che segue il Sei Nazioni fin dai tempi del Flaminio: per la prima volta un presidente del consiglio ha visto un match del Torneo scendendo anche gli spogliatoi per fare festa, canti e saltelli, negli spogliatoi. 


La solidità della difesa azzurra, già granitica nello storico pareggio a Lilla, ha di nuovo stupefatto gli avversari ed è un peccato che alla fine del Torneo, Marius Goosen, il tecnico di questo settore, parta per il Giappone. E’ grazie a quelle serie di placcaggi furibondi - il capitano Lamaro come sempre a suonare la carica - che al tè si è arrivati su un lusinghiero 16-22: con tutto l’inferno che aveva scatenato giocando a folle velocità, la Scozia non era insomma riuscita a scavare nemmeno un break, con gli azzurri che anzi si erano subito ripresi dopo le mete incassate nei primi 11 minuti, accorciando grazie a una deliziosa invenzione al piede di Page-Relo schiacciata in meta da Brex. Tre penalty (Garbisi e uno da lunga distanza di Page-Relo, piedi sempre più sorprendenti) hanno ridotto i danni di quella che poteva essere un grandinata. Ebbene, nella ripresa, con Menoncello, Brex (mvp), Vintcent (Vintcent, 3 caps!) devastanti, i campioni scozzesi sono riusciti a segnare una meta solo al 77’: sono 50 minuti a becco asciutto, un record nel record.

Nel frattempo il debuttante Louis Lynagh, 23 anni, nato a Treviso, figlio dell’australiano campione del mondo Michael ieri in tribuna commosso fino al midollo, aveva marcato una meta finissima al 44’ sempre grazie a un grabber di Garbisi. Poi al 57’ il capolavoro: la squadra di fabbri che aveva difeso si è trasfigurata diventando una formazione di eleganti attaccanti all’arrembaggio. Meta di Varney, poi il piazzato della sicurezza ancora di Garbisi per il 31-22 al 72’. L’Olimpico strapieno ha cominciato a trattenere il fiato: qui non si alzavano i pugni al cielo giusto da 11 anni (Irlanda ko) e troppe volte la torta ci era stata sfilata mentre la stavano già addentando. Non ieri: un ultimo placcaggio, gli scozzesi perdono la palla. Trionfo: il capitano Lamaro ha alzato la Cuttitta Cup: da lassù “Mause” ha sorriso.

 

 

 

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Il Messaggero