Milik arriva ma a Verona probabilmente (quasi sicuramente) sarà spettatore (in panchina, forse, ma sarebbe un miracolo), Dzeko andrà a Torino e la Juve non ha -...
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DIVERSITÀ
La Roma saluta Dzeko e accoglie il polacco, calciatore ben diverso. Qualità tecniche simili, calcia bene punizione, ha un buon sinistro, preciso e potente, ma lontano da Edin per le posizioni che occupa in campo. Dzeko è un centravanti trequartista, Milik centravanti e basta. Lo testimoniano il numero di gol e soprattutto gli assist. Il polacco nelle ultime due stagioni, ne ha fatti due, il bosniaco diciotto. Ma la differenza vera sono le partite giocate, la continuità. E ricordiamo che Milik si è operato a due crociati, come Zaniolo. Le ultime stagioni sono state tormentate, le presenze e la continuità sono imparagonabili a quelle di Dzeko, che gioca sempre oltre le trenta partite e supera costantemente i 3000 minuti. Parliamo solo di campionato. Ma nonostante questo, di gol ne ha fatti di più il polacco, pur giocando meno del suo - ormai - predecessore. Dzeko, prendendo in considerazioni le ultime due stagioni, è stato un punto di riferimento per tutti gli allenatori, da Di Francesco a Ranieri, fino a Fonseca: nel campionato 2018-2019 è sceso in campo in campionato 33 volte (2573 minuti) segnando nove reti, nell’ultima, anomala, stagione ha giocato 35 partite (2853 minuti) realizzandone sedici, senza rigore. Totale venticinque. Milik, di gol, negli ultimi due anni ne ha realizzati ventotto, quindi tre in più, distribuiti così: diciassette in venticinque partite (2398 minuti) nella stagione 2018-2019, undici in ventisei gare (1749) nell’ultima. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero