Roma, a Verona con l'incognita punta: Mkhitaryan studia da vice Dzeko

Roma, a Verona con l'incognita punta: Mkhitaryan studia da vice Dzeko
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 18 Settembre 2020, 09:30
Milik arriva ma a Verona probabilmente (quasi sicuramente) sarà spettatore (in panchina, forse, ma sarebbe un miracolo), Dzeko andrà a Torino e la Juve non ha - diciamo così - il piacere che scenda in campo al Bentegodi, ma i piaceri bianconeri per ora vanno messi in secondo piano. Contano le esigenze e la Roma domani ha una partita da giocare. Fonseca da che aveva a disposizione uno dei migliori centravanti in circolazione (Edin) a niente, per poi contare su un sostituto all’altezza (Arkadiusz), a Verona rischia di ritrovarsi senza un centravanti. Le armi a disposizione del portoghese o sono poche o spuntate. Poche perché, di attaccanti con caratteristiche da goleador - Dzeko a parte ma semmai sarebbe con la testa altrove - non sono a disposizione; spuntate perché chi c’è, o è appena tornato a (Kluivert e in più c’è Pedro non è pronto) è con un piede più in là che in qua (Under). Per non parlare poi di Zaniolo, che rivedremo in campo a primavera dell’anno prossimo. L’arte di arrangiarsi è il primo lavoro per Fonseca, che deve far passare la nottata in attesa di poter contare su Milik. La soluzione, sembra essere Mkhitaryan. Micki in attesa di Milik, insomma. Oppure, come detto, c’è l’ipotesi, a questo punto a sorpresa, con Dzeko al centro dell’attacco, e sarebbe in questo caso la sua ultima con la Roma, per poi ritrovarselo contro la giornata successiva, quando la Juve verrà ospitata all’Olimpico. 
DIVERSITÀ
La Roma saluta Dzeko e accoglie il polacco, calciatore ben diverso. Qualità tecniche simili, calcia bene punizione, ha un buon sinistro, preciso e potente, ma lontano da Edin per le posizioni che occupa in campo. Dzeko è un centravanti trequartista, Milik centravanti e basta. Lo testimoniano il numero di gol e soprattutto gli assist. Il polacco nelle ultime due stagioni, ne ha fatti due, il bosniaco diciotto. Ma la differenza vera sono le partite giocate, la continuità. E ricordiamo che Milik si è operato a due crociati, come Zaniolo. Le ultime stagioni sono state tormentate, le presenze e la continuità sono imparagonabili a quelle di Dzeko, che gioca sempre oltre le trenta partite e supera costantemente i 3000 minuti. Parliamo solo di campionato. Ma nonostante questo, di gol ne ha fatti di più il polacco, pur giocando meno del suo - ormai - predecessore. Dzeko, prendendo in considerazioni le ultime due stagioni, è stato un punto di riferimento per tutti gli allenatori, da Di Francesco a Ranieri, fino a Fonseca: nel campionato 2018-2019 è sceso in campo in campionato 33 volte (2573 minuti) segnando nove reti, nell’ultima, anomala, stagione ha giocato 35 partite (2853 minuti) realizzandone sedici, senza rigore. Totale venticinque. Milik, di gol, negli ultimi due anni ne ha realizzati ventotto, quindi tre in più, distribuiti così: diciassette in venticinque partite (2398 minuti) nella stagione 2018-2019, undici in ventisei gare (1749) nell’ultima. 
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