Roma, un flop mentale oltre che tattico

Roma, un flop mentale oltre che tattico
La sconfitta è pesante, la delusione cocente. Per carità, nessuno si aspettava una passeggiata verso Kiev, ma non una sconfitta di queste dimensioni. É...

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La sconfitta è pesante, la delusione cocente. Per carità, nessuno si aspettava una passeggiata verso Kiev, ma non una sconfitta di queste dimensioni. É soprattutto il come sia maturata a lasciare interdetti e perplessi. I primi venticinque minuti erano stati promettenti, così come confortanti sono stati la rabbia e l’orgoglio mostrati nel finale. Il problema nasce da quanto accaduto nel cuore della gara, e lì che la Roma è stata letteralmente travolta, spazzata via dalla furia dei Reds e dalle sue debolezze in parte tecniche e tattiche, ma principalmente mentali e di personalità. Come d’incanto il Liverpool è diventato un uragano, le scorribande di Salah, Firmino e Manè con il passare dei minuti sono diventati dei veri e propri incubi, ogni azione è stata un tormento. Sono mancate la forza e le idee, la squadra di Di Francesco è stata impotente, lunga, imprecisa e balbettante. Ha perso completamente la testa. Il Liverpool ha giocato alla sua maniera mostrando tutto le qualità che si conoscevano, la Roma ha pensato di fare altrettanto, in stile Barcellona, ed forse da qui che nasce il rimpianto di alcune scelte. Se la potesse rigiocare probabilmente lo stesso Di Francesco cambierebbe atteggiamento tattico e uomini, a partire dalla difesa a tre. I cambi nel finale della gara hanno dato infatti alla Roma un senso più logico ed equilibrato. Peccato, il 5-2 non permette facili illusioni, però rende più giusta e onorevole la sconfitta. La finale rimane un sogno che, dopo questi novanta minuti, è sempre più lontano, ma nulla può e deve scalfire o sminuire quanto realizzato fino ad ora. Finchè possibile bisogna crederci.
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Il Messaggero