Da quegli inutili 48 secondi finali contro l’Inter alla fascia di capitano contro il Bologna, ventitrè giorni di chiacchiere rumorose e distintivi sbiaditi. Riserva...
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LA MOSSA
Dentro l’altro capitano, allora, Francesco Totti. E fascia proprio sul braccio del numero 10 che, in campionato, non si vedeva dal 4 marzo, gara contro la Fiorentina all’Olimpico. E, praticamente immediato, il tocco dell’artista, del genio, del fuoriclasse senza tempo: assist di prima per Salah e gol del pareggio dell’egiziano, che in precedenza aveva colpito addirittura tre pali. Una giocata simile a quella che, contro il Frosinone, aveva propiziato la rete di Pjanic. Altra partita, adesso. Olimpico più caldo. Roma all’attacco con il piede costantemente pigiato sull’acceleratore: dentro anche il capitano della Bosnia, Dzeko, ma porta del Bologna, protetta da un mare di giocatori in maglia bianca, stregata o giù di lì. Invenzioni di Totti, poca fisicità di Edin, un filo di frenesia di troppo. Tutto inutile.
L’APPUNTAMENTO
Tre capitani, tre pali ma solo un gol e niente vittoria. Terzo pareggio della gestione Spalletti e rincorsa al secondo posto adesso molto più complicata. Il Napoli è lontano sei punti, in attesa dello scontro diretto del 25. Che, visto il pari con il Bologna, per la Roma assume forse un valore relativo. Chissà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero