Roma, per puntare in alto tutte le strade portano in difesa

Roma, per puntare in alto tutte le strade portano in difesa
ROMA Tutte le strade portano in difesa. Almeno, se si vuole competere sino alla fine per vincere il campionato. Attualmente la Roma è terza in classifica a -5 dalla...

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ROMA Tutte le strade portano in difesa. Almeno, se si vuole competere sino alla fine per vincere il campionato. Attualmente la Roma è terza in classifica a -5 dalla Juventus, al pari della Lazio, del Chievo e del Milan. Ha il miglior attacco della serie A (16 reti) ma soltanto la decima difesa del torneo (9 gol subiti) dietro Juventus, Napoli, Lazio, Chievo, Genoa, Torino, Inter, Fiorentina e addirittura Palermo. Segna contro tutti ma subisce da chiunque. E così si fa poca strada.

CHIUDETE QUELLA PORTA
In molti obiettano che il dato importante a fine stagione sia quello della differenza reti. Più alta è, più in alto si troverà la squadra che lo avrà realizzato. Questo è vero in parte: due anni fa, ad esempio, la Roma chiuse seconda il torneo con +23 mentre la Lazio, terza, a +33. Gira che ti rigira, quindi, è sempre la difesa a fare la differenza. Le nove reti subite dopo appena 7 giornate sono il secondo peggior risultato da quando Spalletti siede sulla panchina della Roma. Soltanto nella stagione 2008-09, quella terminata poi al sesto posto, il tecnico toscano aveva fatto peggio con 12 gol al passivo. Nelle restanti tre annate, il dato è oscillato dai 4 gol presi nel 2006-07 ai 6 del 2005-06 e del 2007-08, stagione culminata con il sorpasso in extremis di Ibrahimovic a Parma, dopo che per 54 minuti la Roma aveva cullato il sogno di aver vinto il suo quarto scudetto. Dati che se rapportati alla Juventus degli ultimi 5 scudetti lasciano intendere come l'inversione di rotta debba essere radicale e immediata. Lo score dei bianconeri è la stella polare da seguire: 5, 4, 6, 3 e 8 gol al passivo anche, leggi ultimo dato, nel peggior avvio (8 punti dopo 7 giornate) di sempre. A livello di punti, invece, i 13 ottenuti nelle prime 7 gare, sono la seconda miglior partenza di Lucio in giallorosso, alla pari di quella del 2006-07 (culminata al secondo posto ma a -22 dall'Inter) e inferiore soltanto a quella già citata del 2007-08 (14). In questo caso il paragone con la Juventus stride sino ad un certo punto. Perché se è vero che nel triennio 2012-15 i bianconeri hanno girato dopo le prime 7 partite sempre a quota 19 (ora si trovano a 18), le parentesi dello scorso anno (8 punti) e del primo Conte (13) regalano margini per sperare.
TOUR DE FORCE IN MEDIANA

Che la Roma fosse una squadra priva di equilibrio, Spalletti è sempre stato il primo a saperlo. Gioco-forza, però, sia per gli infortuni che per una rosa ristretta, è stato costretto a giocare spesso con due ali nei ruoli di terzini. Ora che il 4-2-3-1 sembra esser diventato il modulo di riferimento, la scelta di puntare su un esterno difensivo che spinge (Bruno Peres) e un altro che si limita a contenere (Juan Jesus) non potrà non portare dei giovamenti. Come del resto il recupero di alcuni infortunati. Se il principio di pubalgia di Vermaelen è soggetto ad alti e bassi che difficilmente possono essere pronosticabili a livello medico (e per Mario Rui bisognerà attendere dicembre), il rientro di Ruediger (ieri si è allenato con la Primavera) permetterà a Lucio di alternare il tedesco a Fazio. Senza contare che il ritorno al passato col 4-2-3-1 garantisce, oltre ad un maggior equilbrio in campo, di poter far rifiatare qualche elemento che ha giocato troppo (domenica con l'Inter è toccato a Nainggolan, non al meglio per un problema al flessore della coscia destra). Sinora tra impegni con i club e le rispettive nazionali il tandem composto da Strootman (1022 minuti) e dal belga (730) ha già disputato 1752 minuti. Rispettivamente 419 minuti in più del duo bianconero Pjanic (578) Khedira (755) e 429 di quello napoletano Hamsik (853) Allan (470). Un po' troppo, considerando che il mese di ottobre è appena iniziato.
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Il Messaggero