Roma, via alla stagione: Fonseca sotto esame

Roma, via alla stagione: Fonseca sotto esame
Fare meglio, molto meglio. Un dovere, un richiamo. E’ il minimo sindacale, anche perché peggio della scorsa stagione è difficile. Fonseca sa di essere sotto...

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Fare meglio, molto meglio. Un dovere, un richiamo. E’ il minimo sindacale, anche perché peggio della scorsa stagione è difficile. Fonseca sa di essere sotto esame, da oggi, primo atto ufficiale della nuova stagione, che poi è vicino a quella vecchia, finita con l’amara sconfitta in Europa League. L’aria è cambiata, se pensiamo a un anno fa, quando, a giugno scorso, Paulo era stato cercato dalla Roma, volata a prenderlo in Ucraina (dopo i no di Conte, Sarri, Gasperini e Mihajlovic); quest’anno, Paulo c’è e magari non respira lo stesso entusiasmo dello scorso anno. Qualche nodo da sciogliere c’è. E questo per vari motivi noti: il cambio di società, i dirigenti sono stati impegnati in altro, magari anche nel pensare a un cambio in panchina (ipotesi aleggiata qualche settimana fa); un mercato che non decolla e non è detto che lo faccia, vista l’esigenza di salvaguardare i conti e in più il ds che per ora c’è ma è a tempo. La rosa extra-large non aiuta nemmeno, specie se una buona parte dei giocatori presenti non è funzionale né al suo progetto tecnico né a quello della società, che si vede pesare sul bilancio molti ingaggi dei poco utilizzati. Fonseca riparte in una situazione complicata e lui stesso si trova a rischiare grosso. Perché magari in queste settimane si è sentito in discussione, pensando di essere stato trattenuto più per dovere (non c’erano i tempi per un cambio né le possibilità economiche) che per vera convinzione. 

IL PRECEDENTE

Un po’ come Garcia nel suo terzo anno. Quella volta il club, con l’inserimento di un doppio preparatore, Norman e Lippie, lo aveva praticamente delegittimato. E poi la stagione andò come andò, con un esonero tardivo ma inevitabile/prevedibile. Ecco, Fonseca aspetta e (forse si aspettava) un intervento che lo legittimasse, che lo sostenesse subito, anche dopo il cambio di proprietà. Una proprietà che probabilmente oggi stesso incontrerà in conference call da Trigoria, prima che cominci il lavoro sul campo e prima di vederla di persona. Per adesso il suo unico interlocutore è il Ceo Guido Fienga (a Milano per questioni di mercato, pronto a rientrare nella Capitale) con cui ha un buon rapporto e che sta cercando di tenere alta l’attenzione: l’ad parla quotidianamente con lui, esternandogli la fiducia e tranquillizzandolo su voci, varie ed eventuali. Perché questa deve essere la stagione del riscatto e nessuno vuole partire con tensioni, ma con questo tappeto non è facile. Fonseca sa di aver commesso degli errori e soprattutto la sua popolarità è calata dopo la triste partita contro il Siviglia: tanti si aspettavano di più, quantomeno di combattere, di essere in gara. Invece la Roma è stata presa, a sorpresa visto il finale di campionato, a pallonate dagli spagnoli. Le sue parole a fine partita («è stata una stagione positiva») sono state viste come uno scivolone di comunicazione, che hanno fatto arrabbiare parecchie persone. Positiva? Per cosa? La Roma ha perso le distanze dal quarto posto a febbraio, dopo la sfida contro l’Atalanta; è stata eliminata dalla Coppa Italia contro una Juve, che ha rischiato di uscire con il Milan; e poi, in Europa League, abbiamo detto, c’è lo smacco di Duisburg. Di positivo c’è poco, ma non per questo Fonseca si sente di meritarsi una bocciatura. Quantomeno si sente (giustamente) in diritto di provarci ancora. Magari con la fiducia di tutti Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero