Pellegrini è uscito momentaneamente di scena, e a testa alta, il 24 ottobre alla Dacia Arena. La Roma ko per il gol di De Paul e Lorenzo per lo stiramento al flessore della...
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BIG IN AGGUATO
Pellegrini ha lasciato il campo, ma è restato in vetrina. Perché nessuno, anche da infortunato, lo ha mai perso di vista. Ovviamente Di Francesco. Ma in Italia ha altri estimatori e non da oggi. Che lo abbiano chiesto la Juventus, soprattutto Allegri, e il Milan, già con Montella, si sa da quando è stato protagonista nel Sassuolo. Lo stesso Napoli si è affacciato, pure dopo lo sbarco di Ancelotti. All’estero Mourinho lo ha indicato allo United: il suo manager è stato poche settimane fa in Inghilterra per capire fino a che punto l’interesse fosse concreto. E in quel viaggio anche Sarri, adesso da coach del Chelsea, si è ricordato del ragazzo di Cinecittà.
OPZIONE DI LUSSO
La Premier fa da calamita, al punto che da qualche giorno i bookmakers hanno quotato il suo trasferimento (si gioca a 2) al Manchester di Mou addirittura a gennaio. Ma in prima fila, dall’inizio del 2018, c’è il Real. Di Zidane fino al maggio scorso e di Perez oggi. Il presidente madridista, nel viaggio a Roma della settimana scorsa, ha ribadito all’entourage del giocatore di tenerlo in grande considerazione. Lorenzo, però, non cambia idea. Dà la priorità alla Roma. Almeno fino a quando si sentirà al centro del progetto tecnico in cui poter continuare il suo percorso di crescita. L’ambizione prima del guadagno. Anche perché il contratto scade nel 2022 e l’ingaggio è robusto (2.5 milioni). Non c’è da parlarsi o da vedersi, dunque. Se la Roma, all’inizio del nuovo anno, deciderà di chiamarlo è per ridiscutere la clausola. Quei 30 milioni, con finestra triennale ( 1-31 luglio) invitano i grandi club a farsi avanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero