Da Lorenzo a Luca il passo è breve. Fanno entrambi di cognome Pellegrini ma non sono parenti. Il centrocampista è un nazionale azzurro, giocatore già navigato...
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IL FUTURO È ADESSO
Complice la condizione precaria di Kolarov che ora, non essendo stato nemmeno convocato, sarà più facile trattenere a Trigoria durante la sosta per curare la frattura del quinto dito del piede sinistro. Tornando a Pellegrini, Luca muove i primi passi calcistici nel Cinecittà Bettini e nel Tor Tre Teste. Viene scovato da Bruno Conti che lo porta in giallorosso battendo la concorrenza della Lazio, interessata a quel bimbo che da trequartista aveva segnato 30 gol nell’ultimo campionato di categoria. A Trigoria, ci pensa Muzzi a cambiargli posizione, trasformandolo in terzino. Ruolo che lo fa diventare uno dei migliori prospetti europei. Già nei Giovanissimi e poi negli Allievi Nazionali si mette in mostra attirando l’attenzione di club italiani (Juve e Fiorentina) ed europei. A Trigoria arrivano offerte dalla Premier (Manchester City, Liverpool e Reading), dall’Olanda (Az e Psv) e dalla Francia (Monaco). Sono soprattutto i Reds a fare sul serio con il tecnico dell’epoca (2015) Brendan Rodgers. Fu il no del ragazzo a evitare un altro caso Scamacca. Un no che la Roma ha saputo premiare in estate - dopo due gravi infortuni (rottura crociato sinistro e frattura rotula) - con un triennale sino al 2022 non indifferente (900 mila euro a stagione più premi) per un ragazzino con 0 minuti in A. Pellegrini ormai s’è messo in moto. E non si vuole fermare più. Intanto il Cda giallorosso ha appovato il bilancio al 30 giugno: ricavi per 250,9 milioni, perdite per 25,5.
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Il Messaggero