Berlusconi: «Pallotta faccia come me: io ero sempre vicino alla squadra»

Berlusconi: «Pallotta faccia come me: io ero sempre vicino alla squadra»
«Come presidente del Milan cercavo di essere presente prima di ogni partita per incentivare i ragazzi. Una squadra di calcio deve essere come una famiglia, il presidente...

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«Come presidente del Milan cercavo di essere presente prima di ogni partita per incentivare i ragazzi. Una squadra di calcio deve essere come una famiglia, il presidente deve essere come un padre o un fratello maggiore». I consigli sono per il presidente della Roma James Pallotta e arrivano da un illustre ex “collega”, Silvio Berlusconi. Parlando a Radio Radio, l'ex numero uno del Milan ha dato al patron giallorosso il suo vademecum del perfetto presidente. “Io sono stato il presidente della squadra di calcio più vincente a livello mondiale. Pallotta segua il mio esempio – ha detto l'ex premier – Io cercavo di esserci sempre e prima delle partite a volte dicevo anche quanti gol dovevano segnare”. Ma l'intervento di Berlusconi è stato ovviamente incentrato più sul momento del suo Milan.


«Ho guardato la partita di ieri sera contro la Lazio, non c'è male, anche se dissento dal modulo a una sola punta che il Milan ha messo in campo l'anno scorso e anche quest'anno... - spiega - Ho continuato a ripeterlo e non sono stato ascoltato. Credo che questo sia ancora il difetto di questa squadra, che ieri, comunque, si è impegnata nel modo giusto...». Il Cav boccia il modulo a una punta e rimpiange quello a due, che, secondo lui, ha portato tanti gol e vittorie al club rossonero.


«Non c'è niente da fare - avverte l'ex presidente del Milan - il modulo con il quale abbiamo vinto per trent'anni è quello a due punte con una mezz'ala che le serve da dietro. Abbiamo Bonaventura, molto a bravo, e Suso che può essere una bellissima seconda punta, e diverse prime punte di notevole capacità. Ma con una sola punta e Suso e Bonaventura esiliati alle ali, finisce che loro scartano uno, due, tre avversari, ma poi si trovano in una posizione dalla quale possono fare solo cross e non tirare in porta come loro sono molto capaci di fare». «L'unica punta esistente - spiega - si ritrova sempre circondata da due marcantoni della difesa e quindi non abbiamo mai potuto sfruttare uno solo dei cross di Suso e Bonaventura... Ci sono state partite in cui per un tempo intero non c'è stato un solo tiro in porta ma per fare goal, come diceva qualcuno, occorre tirare in porta, possibilmente da vicino...». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero