«Il Milan non ci affronterà a viso aperto, saremo noi a fare la partita e poi dovremo stare attenti alle loro ripartenze». Dirigente rossonero per 23 anni...
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LE SFIDE
Una battaglia è stata già vinta dal pool Conte-Gandini-Baldissoni, quella contro la squalifica di Strootman di due giornate per una presunta simulazione: «È stata ristabilita la giustizia e abbiamo la possibilità di giocare le partite con tutti i nostri migliori giocatori disponibili e permetterci di crescere. A Marotta dico che ha detto tutto giusto, ma che ha sbagliato sul fatto che io e Mauro non parliamo, perché noi parliamo tutti i giorni». Uomo di calcio anche a livello internazionale, Gandini è uno dei fautori della Superchampions in cui quattro squadre del campionato italiano riavranno la possibilità di qualificarsi alla più importante coppa continentale: «Il nostro calcio deve fare tesoro delle riflessioni che sta facendo da qualche anno a questa parte. Serve una maggiore consapevolezza dell’Italia nello scacchiere internazionale. La Superchampions è stato un lavoro portato avanti a più livelli e da più persone perché ci sono squadre troppo importanti che non partecipano alla Champions in Italia, così come succede in Inghilterra e in Germania». Una Roma “globale” così l’ha definita Umberto Gandini, sarà questo l’obiettivo che il Club dovrà porsi a stretto giro: «Vogliamo rendere sempre più una grande società e importante nel calcio europeo, vogliamo essere una squadra globale e questo sta avvenendo anche grazie al mondo che sta cambiando. Nulla, però, può prescindere dai risultati. Dobbiamo avere costanza di risultati, essere competitivi e portare consapevolezza e serenità per raggiungere grandi obiettivi».
L’APPELLO
L’invito è iniziato da Dzeko, Manolas e Ruediger e proseguito con Gandini: tutto vogliono il ritorno dei tifosi allo stadio Olimpico, specialmente in occasione della gara con il Milan. «È stato emozionante vedere i 4000 mila tifosi allo stadio Tre Fontante. Stiamo cercando di far arrivare ai tifosi quanto vogliamo i romanisti con noi, come succede in trasferta. Ma sopratutto li aspettiamo all’Olimpico dove vogliamo condividere con loro le nostre gioie e avere il supporto qualora qualcosa non dovesse andare per il verso giusto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero