Roma, formazione ancora parziale: solo 5 giocatori sempre titolari

Fonseca (foto Mancini)
L’identità della Roma, dopo il ko interno contro l’Atalanta, è tornata al centro del dibattito a Trigoria. Nessun allarme, ma massima attenzione al...

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L’identità della Roma, dopo il ko interno contro l’Atalanta, è tornata al centro del dibattito a Trigoria. Nessun allarme, ma massima attenzione al lavoro quotidiano in vista del viaggio in Salento: domani in calendario il match contro il Lecce di Liverani. Fonseca non ha intenzione di perdere altri punti in classifica e si prepara a ripartire dal suo stile di gioco e dal quel 4-2-3-1 che, aggiornato dopo le prime 2 giornate di campionato, è stato incautamente abbandonato durante la preparazione della sfida con Gasperini, al punto di essere poi sostituito dal 5-3-2-1. In meno di un quarto d’ora, la virata che, per quanto ipotizzata, non ti aspetti. E che ancora fa discutere, dentro e fuori lo spogliatio giallorosso.


SOLITA CINQUINA
Il portoghese, insomma, è pronto a insistere sul sistema di gioco preferito. E sul turnover quasi obbligato che, anche per qualche infortunio di troppo, lo ha spesso costretto ad alternare gli interpreti da una gara all’altra. Gli impegni ravvicinati consigliano comunque la rotazione, ma l’allenatore avrebbe preferito limitarla, cioè evitando di esagerare, come ha fatto nelle altre esperienze avute prima di sbarcare nella Capitale. Fin qui ha utilizzato addirittura 21 giocatori. Solo in 5, però, sono sempre partiti dall’inizio: Pau Lopez e Kolarov (gli unici mai sostituiti), Fazio, Cristante e Dzeko. Numericamente il dato è da approfondire: la formazione base è come se non esistesse, perché appena 4 sono stati i giocatori di movimento confermati in ogni gara. Questo sta a significare che gli altri 6 sono saliti e scesi dalla giostra. Ma cambiare, soprattutto quando c’è un nuovo tecnico in panchina, non aiuta nella fase di assemblaggio.

VERSO LA QUADRA
La Roma, dunque, cerca ancora la sua fisionomia. Fondamentale per essere e sentirsi squadra. Fonseca non vuole alibi, ma di sicuro qualche situazione non lo ha agevolato in avvio di stagione. Basta andare a vedere quanto lento è stato l’inserimento dei rinforzi acquistati nell’ultimo mercato: Spinazzola si è appena infortunato per la seconda volta e adesso in contemporanea con Zappacosta, Veretout è stato indisponibile fino alla terza giornata, Mkhitaryan ha iniziato a lavorare con i nuovi compagni da appena quindici giorni, Smalling si è subito fermato e Kalinic è arrivato a Trigoria senza aver fatto la preparazione estiva. Solo Pau Lopez, Mancini, nonostante il turno di squalifica preso per l’espulsione a Bologna, e Diawara sono sempre stati in gruppo. In più hanno pesato gli stop di Perotti e Under, considerati in partenza titolari dall’allenatore. Che, pur non avendo la rosa al completo, è chiamato a fare qualche scelta definitiva. Soprattutto per dare un senso al suo metodo. I titolari non possono essere appena 5, cioè meno di mezza formazione.

VALUTAZIONE IN CORSO

In attesa di qualche recupero, Florenzi, Smalling (o Mancini), Vertetout, Pellegrini e Kluivert (5 match consecutivi dal primo minuto) avranno spazio accanto ai 5 fin qui utilizzati. Balla una maglia, ancora da assegnare: Mkhitaryan, anche per l’esperienza, è davanti a Zaniolo. Ma, insieme con i singoli, va deciso l’atteggiamento giusto con cui presentarsi in partita. Oltre all’equilibrio, conta il baricentro. Basso sia nel derby che contro l’Atalanta. La Roma in difesa, ma comunque vulnerabile: chance e tre gol degli avversari. E senza efficacia: 1 gol, su rigore, nelle 2 partite. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero