ROMA In fondo, perché stupirsi? Cosa c'è di strano, in una città dagli umori schizofrenici e dai multipareri a gettone come Roma, se dopo la partita di...
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MAESTRO E ALLIEVO
La speranza, per Ale, è che finalmente quello bravo a fare tutto, da riparare le stufe a gas a sistemare i rubinetti del bagno - che in una casa ci sta benissimo -, diventi una volta per sempre un operaio specializzato. Basta co sta storia del jolly, per favore. Che non gli rende onore. Basta col Florenzi che dove lo metti sta bene. Se uno fa alla grande il portiere, non deve giocare in attacco. E se uno non fa benissimo l'esterno basso, non deve fare l'esterno basso. Meglio impiegarlo dove rende al massimo, e Spalletti, un pò per necessità e un pò per intuito, a Napoli l'ha capito. Ricevendo in cambio un rendimento spettacolarmente corposo. Decisivo, anzi. Nel calcio, lo ripetono da sempre i Grandi Vecchi, non c'è più niente di inedito, nulla può esser più inventato perché tutto è già noto, conosciuto, provato e magari anche abbandonato. Si può, però, rivedere un'idea, rielaborarla, rimodellandola e plasmarla su misura per questo o quel calciatore. Sotto questo aspetto, Lucio con Florenzi ha dimostrato al San Paolo di avere occhi aperti e mente spalancata: un colpo da Maestro. Tornare indietro, ne converrete, sarebbe una mossa da allievo somaro.
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Il Messaggero