L’ultima volta, dodici anni fa. C’eravamo lì all’Olimpico quella sera del 24 maggio del 2008, quando la Roma dei Sensi alzò il suo ultimo trofeo di...
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Ma quella squadra andava da sola, a memoria. Il 4-2-3-1 era un marchio di fabbrica e poteva battere chiunque, anche la colossale Inter di Mancini, che ha preparato la squadra al triplete conquistato successivamente da Mourinho. Rosella Sensi era al comando, tra mille errori, era riuscita a costruire una squadra con i mezzi, pochi, che aveva, sapendo che era difficile scansare dal podio i colossi come l’Inter. Eppure la sua Roma, sempre con Spalletti, era riuscita a competere per due volte per lo scudetto. E’ stata una Roma che si è dovuta accontentare di qualche coppa, per tanti minore. Ma oggi, a distanza di anni, resta sempre quell’orgoglio, ma la magià è finita lì. L’orgoglio di chi non ha saputo più vincere, nonostante le ambizioni sperticate e i sogni di gloria di una nuova proprietà che non ha saputo costruire per arrivare a un risultato. Sono passati dodici anni e siamo qui a ricordare il gol di Mexes e Perrotta e qui calciatori che si sono saputi distinguere tra i giganti. Eccoli tutti i protagonisti di quel 24 maggio di dodici anni fa: Doni, Cassetti, Mexes, Juan, Tonetto, De Rossi, Pizarro, Giuly (67’ Cicinho), Aquilani (90’ Panucci), Perrotta (73’ Brighi), Vucinic. E Totti, che ci sta sempre bene. Alla prossima vittoria, magari non tra dodici anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero