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L'AMICO ROBERTO
Stasera uno contro l'altro, in un Olimpico pieno, per l'andata degli ottavi di Europa League. Ma non è questo l'habitat della Roma. «Ho fatto una battuta prima del Torino dicendo che l'ultima gara che abbiamo giocato in Champions come Roma c'ero io in campo e a me sembra di aver smesso da vent'anni e da quel giorno non ha più fatto una partita ed è inaccettabile.
«Dovremo mettere intensità per portare a casa la vittoria. Non possiamo pensare che ci regalino il passaggio o che si spaventino dello stadio perché è vero che delle volte prendono delle imbarcate come con il Luton, ma sono anche gli stessi che mettono City e Liverpool nella propria metà campo». De Rossi è consapevole della forza della Roma e non solo per le sei vittorie su sette in campionato. Aspetta di capire come giocherà il suo avversario, in ballo ci sono due opportunità, una con Smalling (difesa a tre), una senza l'inglese ma con ElSha, difesa a quattro e tre attaccanti. «Non abbiamo fatto ancora nulla. Nessuno meglio di me conosce questa città che può cambiare i giudizi in un nanosecondo. La squadra comunque crede in quello che chiedo». Dall'altra parte, un amico, un punto di riferimento, un altro figlio di Guardiola, modello di tutti, forse di tanti. Anche di Daniele.
De Rossi: «Inaccettabile che la Roma non sia in Champions. Il Brighton ha un gioco brillante»
«Ho un ottimo rapporto con De Zerbi sin da quando ero calciatore dopo le partite e lui muoveva i primi passi da allenatore. Dopo la gara parlavamo ed esprimevo la mia ammirazione nei suoi confronti: ha idee brillanti ed è un allenatore diverso. Mi aspetto una partita complicata e difficile. Dobbiamo rispettare il Brighton ma noi siamo la Roma. Sarà una bella partita e sappiamo che hanno messo in difficoltà il City, l'Arsenal, il Chelsea. Sono queste le partite che abbiamo studiato».
IL RANKING
Vincere è importante pure per il ranking Uefa, Che sta diventando l'ossessione moderna per la Roma e non solo. «Noi giochiamo le partite per vincere, magari diamo un occhio diverso alle nostre connazionali, però bisognerà arrivare quinti o quarti. Questo ranking lo guardiamo il giusto come una storiella che ci raccontano che se vi comportate bene vi facciamo questo regalo. A noi non cambia niente, dobbiamo vincere. Se vince un'italiana in Europa al di là delle rivalità tra i tifosi può essere un vantaggio». Leggi l'articolo completo suIl Messaggero